sabato 5 maggio 2012

.Antonio Lanzetta






Buongiorno, ti ringrazio per la tua presenza, comincia parlando di te, come ti descriveresti?

Ciao! Sono un ragazzo di 31 anni di Salerno cresciuto a pane e fantasy! Sono laureato in Economia e da sei anni lavoro (una vera fortuna ai giorni nostri) come impiegato per Ubi Banca. Appena le persone sentono questa cosa fanno una faccia disgustata. Ammetto che il bancario non è visto di buon occhio ultimamente, ma sotto quella giacca e cravatta batte un cuore, nel mio caso un cuore fantasy! Una volta tornato a casa da lavoro mi dedico con costanza certosina alle mie vere passioni: scrivere, lobotomizzarmi con i videogiochi e soprattutto leggere. Da meno di due anni ho deciso di inseguire quell’aspirazione che avevo fin da bambino: diventare un autore. Ed eccomi qua: una volta avviato il motore, nel giro di un anno sono riuscito a pubblicare, oltre che Ulthemar, anche tre racconti brevi per diverse antologie (“Le Ombre di Keidoran” – Scritture Aliene, “L’ordalia di Joachim” – Ed. Scudo, “L’orologio” – La Corte Editore). Spero di continuare con questa marcia, perché ho in mente altre storie da raccontare!



 Cosa ti ha spinto a far parte del “mondo degli scrittori” ?
Scrivere un libro non è da tutti, non ci si deve limitare a riempire centinaia di cartelle con una storia, ma si deve essere anche in grado di saperla “mostrare” agli altri. Io non ho fatto studi classici, sono laureato in Economia e faccio il bancario, lascio quindi immaginare tutte le mie difficoltà iniziali nel capire come impostare il manoscritto… Se non avessi letto per venti anni romanzi fantasy, ora non saprei nemmeno scrivere il mio nome e cognome su un pezzo di carta! Scrivere è quindi una diretta conseguenza del leggere: cerco di conoscere più autori possibili, non solo fantasy o sci-fi, di vedere cosa loro hanno fatto e renderlo mio in maniera originale. Quando iniziai a lavorare su Ulthemar avevo predisposto una scaletta, così come consigliano tutti i principali manuali di scrittura creativa, ma dopo i primi quattro o cinque capitoli ho iniziato a stravolgere la storia così come l’avevo originariamente concepita. Il prodotto finito è il risultato di più di un anno di revisioni, correzioni e serate incollato davanti al monitor del mio pc per acciuffare i refusi e rendere il tutto più “dinamico” e coinvolgente.

Come ti senti quando scrivi? Ti capita di essere travolto dalle emozione e sentire il bisogno di metterle nero su bianco?
A rischio di sembrare patetico, ma mi sono emozionato nel rileggere il romanzo stampato, stentavo quasi a credere che l’avessi scritto io. Scrivere significa sentirsi vivo, tirare fuori immagini e sogni dalla propria testa e “metterli” su carta per condividerli con gli altri. Non c’è emozione più grande.


Hai qualche esperienza? Se hai già pubblicato qualcosa parlaci del tuo romanzo, hai tutto lo spazio necessario per descriverlo e per dirci dove trovarlo!!  Se non lo hai ancora pubblicato spiegaci cosa significa per te, che emozioni provi e hai provato mentre scrivevi.


Ulthemar è un fantasy con influenze sci-fi: ho preso gli elementi che contraddistinguono un mondo classico tolkeniano, con le sue razze e la sua morfologia, e vi ho applicato una variante fantascientifica. Spesso nella letteratura di genere siamo stati abituati alla lotta contro un “Signore Oscuro” che vuole dominare il mondo a casa di un’inesauribile sete di potere. Cosa può succedere se invece il nemico non è uno di noi, se non è un mago corrotto da un potere arcano o un tiranno sanguinario che gioisce a far impalare i contadini? Non voglio togliervi il gusto di “leggermi” ma in Ulthemar i personaggi dovranno confrontarsi con la certezza di non essere soli nell’universo. Ho cercato di dare un’impronta corale al mio romanzo, in cui l’azione passa da una scena all’altra coinvolgendo più personaggi. I miei attori principali compongono un quartetto eterogeneo: Steev, un nano rinnegato dal suo popolo il cui corpo è completamente ricoperto da tatuaggi dal significato arcano, Jan e Saemon, due ragazzi così diversi tra loro che però scoprono d’essere portatori di un potere che li unisce e che non viene dal loro mondo, e Sleitan Ven, il mezzo kograag, un ibrido creato dagli Arcani unendo un Kograag (degli umanoidi dall’aspetto bestiale) a una donna umana. Nel periodo in cui ho scritto il romanzo vedevo i personaggi come miei “amici”. Mi sono sforzato di non lasciare dentro di loro segni della mia personalità e spero di esservi riuscito. Molti degli altri individui che popolano le pagine di Ulthemar e che magari possono sembrare delle semplici comparse sono stati pensati per avere un ruolo da protagonista nei prossimi capitoli della saga. Tra questi vi è proprio il mio preferito: Ratto, uno spadaccino dell’est dall’aspetto molto simile a un uomo asiatico, minuto nella corporatura ma letale con le sue scimitarre.

Nell’introduzione del mio blog parlo di una strada difficile, scoraggiante ma piena di sogni, passione e forza di volontà, come ti senti ad essere esordiente e qual è la tua “aspirata destinazione”?
Voglio continuare a scrivere, diventare un vero autore!

Cosa consiglieresti ad una persona che come te ha un sogno importante ma il cammino è lungo e scoraggiante?
Partendo dal presupposto che anche io sono uno scrittore in erba, beh… non c’è miglior se non quello di leggere! Leggere sempre, leggere tutto… non solo fantasy! Romanzi, videogiochi, film possono diventare spunti per intessere trame narrative. Altra cosa importantissima è quella di essere costanti: una volta che si è deciso di scrivere, bisogna farlo sempre e comunque. Io mi dedico ai miei racconti dopo lavoro, per almeno due o tre ore al giorno. E’ come praticare uno sport, più ti alleni e più migliori. La difficoltà maggiore per uno scrittore emergente resta comunque il mondo dell’editoria italiano: una volta spedito il manoscritto a tutti gli editori di genere, solo in pochi mi hanno risposto che erano interessati a pubblicarmi, ovviamente l’80% di loro ha chiesto un contributo. Meglio lasciare il romanzo nel cassetto della propria scrivania che pagare per essere pubblicati, chi ti chiede non è interessato a promuovere il tuo romanzo, non fa altro che stampartelo…

Ritieni importante avere un rapporto con persone che hanno in comune con te la stessa passione?
I social networks aiutano a tal riguardo! Grazie a Facebook sono riuscito a entrare in contatto con moltissime persone le quali condividono la mia stessa passione per la scrittura creativa. Poter confrontarsi virtualmente con altri autori ti permette di crescere, di comprendere i tuoi limiti e di entrare a far parte di un circuito, di un caffè letterario “virtuale”.

Hai dei progetti in corso?
Ho deciso di prendere una breve pausa dal mondo di “Ulthemar” per dedicarmi a un altro progetto di scrittura. La mia idea è di iniziare a lavorare a un’idea che ho in testa da qualche mese, in cui il fantasy e la fantascienza si stringono in un legame molto più forte e viscerale rispetto al mio romanzo di esordio. Come potrebbe essere il nostro pianeta tra migliaia di anni? Come si evolveranno gli uomini e le altre creature che lo popolano? Cosa accadrà ai continenti e al livello delle acque? Non vedo l’ora di rimettermi a scrivere…

Un messaggio a tutti gli scrittori esordienti:
Bisogna credere sempre nei propri mezzi, sapendo però guardare a ciò che abbiamo scritto con occhio critico. Non sempre è detto che la nostra storia sia un capolavoro: prima di far girare il manoscritto è fondamentale rivolgersi a un editor privato. I piccoli editori onesti vogliono evitare i costi che ne derivano dal far editare un romanzo… una carta che l’esordiente può giocarsi è quella di presentare un lavoro che abbia un minimo di correzioni e una forma “leggibile”. Altro aspetto è quello di evitare assolutamente l’editoria a pagamento: se ti chiedono soldi per pubblicare, allora non saranno mai interessati al tuo romanzo, alla sua promozione, si limiteranno semplicemente a stampare il libro.



Vuoi concludere con una citazione di una tua opera?
“Il Campione di Ulthemar percosse il metallo sempre più forte, un colpo per ogni nano morto. Vendetta. Ne poteva sentire il sapore dolce formarsi lentamente in gola, sulla punta della lingua asciutta. I suoi compagni erano come spettri che si aggiravano nella sala ovale della torre. Ogni tanto chiedevano se avesse bisogno di aiuto, ma lui rifiutava: il calore della Forgia era il suo unico sogno. Lo nutriva, e le sue mani scorrevano spedite e sicure sul metallo.”





Visitate il sito ufficiale di Antonio Lanzetta:                       www.antoniolanzetta.com


la sua pagina facebook:  Pagina facebook dell'autore



Bene, con questo concludiamo l'intervista Antonio, la tua forza di volontà emerge da ogni risposta!!! 
Ti auguro buona fortuna, a presto.

Roberta

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