lunedì 29 aprile 2013

Ilaria Goffredo - Tregua nell'ambra ( disponibile gratuitamente )


Ilaria Goffredo è una scrittrice con un capiente bagaglio di opere alle spalle. Non è la prima volta che recensisco una sua opera, pubblicata da un editore free, quindi un ottimo traguardo. 

L'autrice ha compiuto una scelta più che coraggiosa rendendo disponibile la sua opera, Tregua nell'ambra, al vasto pubblico, in modo gratuito. 

Quali autori decidono di rinunciare a qualche centesimo dei diritti d'autore, per "donare" la propria opera senza trarne profitto? Ilaria è un caso raro, di quelli speciali, perché si è lanciata in questa incredibile avventura e ha ottenuto ciò che lo scrittore  - non famoso - desidera: colpire il cuore del lettore. E lei ha fatto questo rinunciando a tutto. Ha deciso di rinunciare a un compenso economico dopo gli anni trascorsi a scrivere e revisionare con cura il suo testo, informarsi e studiare attentamente dati storici e geografici. 

La lotta di Ilaria contro il sistema dell'editoria è un grande gesto che riguarda tutti gli autori. 
Lei sta lavorando per se stessa, ma dal profondo so che desidera che tutto cambi. Ci sono troppe opere sconosciute, non riconosciute dagli editori troppo occupati a prenotare l'ultima traduzione di un romanzo che ha venduto 2.000 copie in chissà quale Stato. Ormai gli editori badano ai numeri, alla pappa già pronta proveniente dall'estero, e riempiono le nostre librerie di volumi scritti male e trame banali e inutili. 
Possiamo aiutare tutti Ilaria e la sua nobile causa. 
Nel suo blog potete scaricare gratuitamente il suo romanzo e informarvi meglio sulla sua causa. Invito editori, blogger, radio, giornali e company, a contattare Ilaria. Parlatele delle vostre impressioni sul suo romanzo.  

Tregua nell'ambra è scaricabile gratuitamente in tutte le versioni supportate dai vostri pc, tablet, ereader, nel sito:  http://treguanellambra.blogspot.it/






"Mi hanno tagliato i capelli più volte e assegnato un numero di immatricolazione"
"Me l'hanno tatuato addosso! Capisci? Non potrò mai liberarmene"






La prima cosa che mi ha colpito del romanzo è stato lo stile e il linguaggio. 
L'autrice scrive con eleganza e imperla le sue pagine di poesia.  Il linguaggio è sofisticato e delicato. 

La trama intreccia le vicende di Elisa, durante la seconda guerra mondiale, e un altro personaggio che cambierà completamente la sua vita, i suoi modi di pensare, rendendola partecipe del proprio eroismo.  Elisa vive con il padre e il fratello e la sua famiglia è fascista. Ilaria, a questo proposito, ci insegna che non tutti coloro che si definivano fascisti lo erano in realtà. Era una copertura per tenere la famiglia al sicuro. Nessuno avrebbe potuto ribellarsi o mostrare un minimo cenno di sbandamento. Tutti dovevano rispettare le regole, assurde come tutti ben sappiamo, come non camminare per strada con un lungo giaccone e le mani in tasca, il divieto per gli uomini di utilizzare la bicicletta. Tuttavia, ribellarsi significava andare incontro alla morte al fianco della propria famiglia. Per questo motivo, il padre di Elisa tenta di mantenere un'identità particolare al fine di evitare la distruzione della loro vita. 
Il fratello di Elisa inizia a collaborare con i ribelli e quest'ultima si trova improvvisamente intorno a persone che la escludono, perché se fosse venuta a conoscenza dei progetti di ribellione, anche la sua vita sarebbe stata a rischio. 
La trama è basata principalmente sul contesto storico, ma intrecciata anche con le vicende amorose della protagonista.  Essendo un'amante dei romanzi d'amore, la relazione tra Alec e Elisa mi ha coinvolto e commosso. I colpi di scena animano la storia d'amore rendendola ancora più intrigante. Una fusione tra amore e storia che mi ha incollata alle pagine del libro - virtuali - dalla mattina alla sera. 
Il finale mi ha lasciata col fiato sospeso. Anticipa la presenza di un sequel e per il momento lascia la conclusione all'immaginazione del lettore. 

"Un fischio lacerante proveniente da fuori si avvicinò sempre più e un'esplosione assordante riempì l'aria fin dentro al rifugio. La terra tremò. Lanciai un urlo. Mi sentii tirare giù e avvertii il calore del corpo di Alec che mi avvolgeva coprendomi fin sulla testa. Un altro fischio tremendo. Un altro schianto al suolo e la terra sussultò di nuovo"

Tregua nell'ambra sta raggiungendo numerosi traguardi nel web, tutto questo per merito della determinazione di Ilaria, che in soli due mesi ha fatto parlare di lei centinaia di blogger.














Recensione di Roberta Mura






lunedì 22 aprile 2013

Il diario del vampiro 4 in 1 Primo ciclo





IL DIARIO DEL VAMPIRO
Il risveglio
La lotta
La furia
La messa nera








Recensione


La storia di Elena e le vicende paranormali che si verificano nella sua cittadina sono senza alcun dubbio interessanti.
Il volume, essendo composto dal primo ciclo, rende un'idea più chiara. Come se si trattasse di un unico romanzo. Proprio per questo, ritengo inutile la suddivisione in più romanzi, da circa 170 pagine, assolutamente brevi e inconcludenti. L'idea, invece, dei volumi composti da quattro capitoli, è migliore per chi vuole capire "qualcosa" della saga. 
Ci sono spesso ripetizioni, per ricordare ovviamente cosa è accaduto nei prequel, ma le ho trovate inutili appunto perchè ripetitive.



La narrazione, per il resto, è fluida e molto coinvolgente. 
L'intricarsi delle vicende di Elena Gilbert, della sua mutazione e il suo atto di altruismo, è meraviglioso. Stefan e Damon iniziano a costruire un rapporto tra loro, legati sempre da una donna, in questo caso Elena. 
L'amore tra lei e Stefan è struggente, sofferente.  Il modo di amare dei vampiri l'ho trovato affascinante, solo in quanto ho trovato alcuni punti in comune con un romanzo per me più importante. 








Nel complesso, se dovessi tenere conto dell'intero ciclo, quindi i primi quattro romanzi, mi è piaciuto molto. Per il resto, trattandosi di una saga molto lunga, acquisterò gli altri romanzi solo in formato economico.   






















sabato 13 aprile 2013

Jane Austen Lady Susan

Jane Austen
"Lady Susan"


... nessuna condotta, neppure la più corretta, può sfuggire alla malevolenza della calunnia.
cit. Lady Susan di Jane Austen

Jane Austen nacque a Steventon (Hampshire) nel 1775. Condusse un vita tranquilla, tra gli affetti famigliari, a Bath e poi a Chawton, sempre nell'Hampshire. Si spense nel 1817 a Winchester. Di Jane Austen la Newton Compton ha pubblicato anche Mansfield Park, Ragione e sentimento, Persuasione, Orgoglio e Pregiudizio, L'abbazia di Northanger, Emma e il volume unico Tutti i romanzi. 

Lady Susan è una donna energica, intelligente, senza scrupoli, che si diverte a giocare con i sentimenti degli uomini. 
La città di provincia, le chiacchiere dei salotti, le ferree regole dell'universo piccolo-borghese: in questa breve opera gli ingredienti per entrare nello straordinario mondo della Austen ci sono tutti. L'autrice inglese ha saputo dipingere il suo tempo con grazia ed eleganza, ma ne ha lasciato accuratamente emergere, con le stesse armi tipiche di quei salotti (arguzia, bon ton, ironia), gli aspetti più retrogradi, rivelandosi donna di spirito e femminista ante litteram.

Recensione
Un romanzo piacevole, a tratti ripetitivo ma coinvolgente. Non conoscendo il modo di pensare di Lady Susan e dei suoi "piani", non ho potuto far altro che sentirmi profondamente disgustata dalle "critiche". Pensavo si trattasse di un personaggio solamente oggetto di malelingue, ma dopo qualche lettera si comprende che "le voci", in un certo senso, avevano ragione. La figlia di Lady Susan è il personaggio che mi ha interessato in maggior modo, a causa della sua ribellione e desiderio di poter decidere della propria vita. Lady Susan, da abile manovratrice, coinvolge le persone che si "fidano" di lei per portare a termine i suoi piani. Senza alcun dubbio un genio dell'inganno. 
L'autrice ha "dipinto" con maestria un'epoca molto lontana. Lo stile è molto elegante, accurato e rispettoso. 
Una lettura breve e molto interessante. Uno specchio del passato, piacevole e osservabile nelle lettere.




giovedì 11 aprile 2013

Federica Bosco Innamorata di un angelo


Federica Bosco 
 Innamorata di un angelo


Biografia: Federica Bosco è scrittrice e sceneggiatrice. Con la Newton Compton ha pubblicato Mi piaci da morire, L'amore non fa per me, L'amore mi perseguita, Cercasi amore disperatamente e S.O.S amore (vincitrice del Premio Selezione Bancarella): tutti hanno avuto un grande successo, in Italia e all'estero. é anche autrice di due "manuali di sopravvivenza" per giovani donne: 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi) e 101 modi per dimenticare il tuo ex e trovarne subito un altro. Innamorata di un angelo è il primo volume di una trilogia, che prosegue con Il mio angelo segreto e Un amore di angelo. 





Recensione:
Lo stile dell'autrice e unico, ironico, speciale. Capace di coinvolgere il lettore già dalle prime pagine, con il suo senso dell'umorismo affidato alla protagonista, Mia. Ho divorato il libro nell'arco di due giornate. Sebbene il titolo risulti ingannevole, malgrado l'accento di colore diverso sulla parola "angelo", non mi ha per nulla infastidito essermi imbattuta nella storia di un'adolescente. Mia studia danza dall'infanzia, sogna di diventare una stella della danza e la trama è incentrata sul suo sogno. La relazione con la sua migliore amica, Nina, è parte fondamentale del romanzo. Come Nina, anche io ho la fortuna di avere una migliore amica, una sorella non di sangue, con cui ho condiviso "tutta" la mia infanzia, adolescenza e oramai il mondo degli adulti. Quest'ultimo fatto di scelte, responsabilità, vie uniche. La paura di crescere che sente Mia, gli avvenimenti che segnano il percorso di un nuovo inizio, l'età adolescenziale, sono esattamente parte di tutte le ragazze della sua età. Un tuffo nel passato, piacevole e chiaro, una volta terminata la fase adolescenziale, mi ha fatto ripensare a tutte quelle domande, i paradossi, i problemi che ho affrontato. L'adolescenza è un periodo scottante, terrificante, insicuro, che ogni individuo deve attraversare per fare breccia nel mondo degli adulti.
L'amore di Mia, per Patrick, è commovente. Divertente per le sue comiche reazioni iniziali, mentre ancora nascondeva la sua cotta per timore e insicurezza. Quando questa cotta si trova a una fase evolutiva, diventa così interessante da leggere freneticamente per scoprirne il finale. Patrick è un ragazzo d'oro e, con gli occhi di Mia, non si può far altro che adorarlo.
Sono felice di aver scoperto questo romanzo. E sebbene si tratti dei drammi di due adolescenti, l'autrice è riuscita a coinvolgere tutte le donne. Ora comprendo il motivo. Non si tratta solo di vicende. Ci sono dei valori, quali la famiglia, l'amore, l'amicizia, espressi con tale ardore e amore da restare coinvolti emotivamente.
Non rivelerò alcun dettaglio sul finale, sul susseguirsi delle vicende, perché rovinerei quello che ho definito cocktail di emozioni, ma ci tengo a dire che ho cominciato il romanzo ridendo e l'ho concluso con le lacrime agli occhi. Straziata. Con un vuoto nel petto.

mercoledì 10 aprile 2013

Stephenie Meyer - L'ospite



STEPHENIE MEYER
L'OSPITE 

“Se capitasse a te di venire infilato dentro un corpo umano ed essere mandato allo sbaraglio su questo pianeta? Se fossi una persona talmente buona da cercare di salvare la vita di cui ti sei appropriato? E se a quel punto ti ritrovassi circondato da umani violenti, che ti odiano, ti feriscono e cercano di ucciderti senza nessuna, nessuna pietà? E se malgrado tutto continuassi a fare del tuo meglio per salvare quegli sconosciuti? Non meriteresti anche tu una vita? Non penseresti di essertela guadagnata?”
 


Autrice: Stephenie Meyer
Titolo: L'ospite
Edizione: Rizzoli romanzo (2008)
Prezzo: 18.00€ (recentemente dovrebbero esserci edizioni più economiche).
ISBN: 978-88-17-02049-7

Biografia: Stephenie Meyer è nata nel 1970. Vive in Arizona con il marito e tre figli. La tetralogia sull'amore tra l'umana Bella e il vampiro Edward, comprendente Twilight, New Moon, Eclipse e, di prossima uscita, Breaking Down, ha riscosso uno straordinario successo, con milioni di copie vendute in tutto il mondo. L'ospite esce in Italia in contemporanea con l'edizione americana.


Di più sull'autrice: in merito alla biografia, risalente all'edizione de L'ospite che possiedo, aggiungo che dopo il successo letterario, la saga di Twilight ha riscosso un enorme successo anche al cinema. Da allora, quando la saga era ancora semi-sconosciuta, Stephenie Meyer ha conquistato il cuore di milioni di fans che hanno perso "completamente" la testa anche per il fenomeno cinematografico. Questa premessa, aggiuntiva alla biografia, per informare che L'ospite è appena sbarcato in tutti i cinema del mondo. L'autrice, per ogni singolo libro scritto, ha colpito il cinema. Un successone, direi!


“Non esiste paradiso o inferno che mi possa separare da te” (Jared a Melanie)

“Se dovessi scegliere unapersona con cui vagare su un pianeta disabitato, quella saresti tu”. (Jared a Melanie)


Recensione: 
Leggerlo per la seconda volta è stato forse più entusiasmante e coinvolgente. Ho trovato molto interessante e struggente la lotta continua tra Melanie e Viandante, all'interno della mente, e la trasformazione in qualcosa che si può chiamare alleanza. Melanie, essendo una donna ribelle e forte, è riuscita a non farsi "cancellare" dall'anima impiantata di Viandante. Interessante anche il cambiamento, causato da un nemico comune, che porta Melanie e Viandante ad allearsi e fidarsi ciecamente l'una dell'altra. Il rifugio è descritto con maestria, come tutto il resto; mi è parso di trovarmi anche io nascosta tra le gallerie. La rabbia dei sopravvissuti e il mutarsi, anch'essa, in fiducia e ... amore, conduce il lettore a un'avventura ricca e sentimentale. Il bisogno di procurarsi i viveri, malgrado quelli ricavati - miracolosamente - in natura, porta gli umani a uscire "in missione" e rischiare la propria vita. Chiunque, se venisse prelevato, potrebbe mettere a rischio la vita di tutti i rifugiati, perché le anime, impiantate nei corpi umani, possono accedere ai ricordi. 
Sebbene si tratti di alieni, che invadono i vari mondi e si impossessino dei corpi degli abitanti, cancellando le esistenze di questi ultimi, le anime sono esseri buoni, pacifici, sociali. Si potrebbe definire, il mondo delle anime, come utopia. Tutti vivono in armonia. Troppo bello per essere vero. Questo aspetto mi ha fatto riflettere su quell'utopia, che nel 2013 sarebbe una vera e propria barzelletta... a meno che "non esistano realmente delle anime - o extraterresti, chiamateli come volete - che prendano possesso dell'intero sistema. Be' care anime, et, Clark Kent e company, fate un favore a tutti: impiantatevi nel corpo dei politici e razze varie, nelle menti dei corrotti, degli scansafatiche e dei magna-magna.
Bene, dopo essere andata fuori tema, concludo con un piccolo spoiler, che riguarda semplicemente un aspetto che mi ha "ipnotizzato" alla lettura: Jared e Ian, l'amore del corpo e l'amore dell'anima, ossia Melanie e Viandante. Ho apprezzato il personaggio di Ian, ma restavo letteralmente incantata allo sguardo tormentato - immaginato durante la lettura - di Jared. Amare una mente, quella di Viandante, custodita in un corpo che non le appartiene, che vive allo stesso tempo con la "proprietaria"... e amare un corpo, la cui mente è "intrappolata" a causa della presenza dell'alieno. Struggente, emozionante...
La speranza che Viandante - rinominata Wanda - porta agli umani, illumina la loro visuale buia e elimina ogni traccia di rassegnazione all'invasione. Viandante è un'eroina. Profondamente altruista, insegna anche ad amare incondizionatamente, senza distinzione di "razza".

lunedì 8 aprile 2013

L'angolo di Belle - Libri a colazione



Premetto che ho sempre desiderato creare questo angolino, ma imparare a gestire il "designe" del blog non è stato così semplice, per me.
Questo è un piccolo passo, che ho fatto con umiltà, per offrire uno spazio più ordinato e carino a chi desidera una recensione. Un passo anche causato dall'aumento delle letture, da parte mia, che ultimamente corrono senza alcuna sosta. Penso di essermi tramutata in un'autentica divoratrice di libri.

Buongiorno, ti ringrazio per la tua presenza, comincia parlando di te, come ti descriveresti?
Grazie a te per l’occasione. Premetto che non sono solito descrivermi, quindi prima di cadere in banalità preferisco rispondere dicendo che lascio a chi mi sta di fronte questo beneficio.




-Cosa ti ha spinto a far parte del “mondo degli scrittori” ?
Purtroppo ancora non ne faccio parte, ma una delle mie più grandi aspirazioni è proprio questa. Mi definisco, date le circostanze, un “aspirante”, giusto per distinguermi da coloro che in Italia e nel mondo si sono affermati come scrittori. In ogni caso, ciò che mi ha spinto a scrivere è stata una ricerca di qualcosa che, oltre alla musica, completasse il mio tempo libero. Un giorno ho provato, un altro giorno ho rinunciato. Qualche giorno dopo ho ripreso e via discorrendo. Ho scoperto che mi piace farlo.





-Come ti senti quando scrivi? Ti capita di essere travolto dalle emozione e sentire il bisogno di metterle nero su bianco?
Quando scrivo mi sento diverso. Somiglia a un qualcosa come una visione che tu traduci con le parole. È come osservare delle scene e cercare di riprodurle fedelmente. Quando non vedo nulla significa che non c’è nulla da scrivere. Poi d’improvviso “vedo”, perciò non perdo tempo e butto giù alcune cose su un foglio di carta. La vera emozione arriva quando, rileggendo anche solo una prima stesura, noto che posso riscoprire quell’immagine di partenza.





-Hai qualche esperienza? Se hai già pubblicato qualcosa parlaci del tuo romanzo, hai tutto lo spazio necessario per descriverlo e per dirci dove trovarlo!!  Se non lo hai ancora pubblicato spiegaci cosa significa per te, che emozioni provi e hai provato mentre scrivevi.
Sì, nel 2010 ho pubblicato il mio primo libro, “Le tre del mattino” con Photocity Edizioni. Si tratta di una raccolta di racconti, in un numero di cinque. Nacque un po’ per gioco. Il genere che accomuna le cinque storie è il thriller con diverse sfumature splatter, ma mai senza quell’ingrediente drammatico che amo inserire in ogni cosa che scrivo. Si può ordinare passando per il mio blog lucamastinu.wordpress.com .
Posso dire che si tratta di caro omaggio a tutto ciò che da sempre mi accompagna: la musica, il cinema horror, la letteratura horror. Sono chiare le immagini e i tributi a Dario Argento, Lucio Fulci, Stephen King e Dylan Dog, ma non manca la musica come colonna portante. Anzi, è chiaro che quasi ogni racconto è nato da una canzone. Quel che mi emoziona è constatare, quasi con commozione, quanto sia importante la musica (e chiedo scusa se mi ripeto) in quello che faccio. Rileggere quello che scrivo e trovare continui riferimenti ad essa fa un certo effetto.

-Nell’introduzione del mio blog parlo di una strada difficile, scoraggiante ma piena di sogni, passione e forza di volontà, come ti senti ad essere esordiente e qual è la tua “aspirata destinazione”?
Essere esordienti non è sempre un limite, perché quando (e se) arrivano i primi piccoli successi (parlo anche del tuo vicino che legge la tua prima bozza e ti viene a dire di avere apprezzato) riesci a goderti tutto senza che nulla ti sfugga di mano. Quindi direi che è un cursus honorum della letteratura necessario. Certo, quasi tutti poi aspiriamo a diventare famosi, quindi la mia aspirata destinazione è riuscire a far diventare della scrittura un lavoro. Ti dirò di più, auto-tacciandomi di presunzione: vorrei che da quello che scrivo nascessero dei film.


-Cosa consiglieresti ad una persona che come te ha un sogno importante ma il cammino è lungo e scoraggiante?
Consiglio di non ascoltare quanti scoraggiano. Mai. La tua reazione deve essere sempre quella di voler migliorare. Perciò se hai dei buoni motivi devi iniziare, o continuare. Devi finire solo se lo decidi tu.

-Ritieni importante avere un rapporto con persone che hanno in comune con te la stessa passione?
Certo che sì, serve a sentirsi meno soli in questo mondo. Purtroppo anche in questo settore molti percorsi sono logorati dall’invidia. Succede come in ogni fatto umano.
-Hai dei progetti in corso?
Sì, recentemente ho ripreso il personaggio del commissario Caralli (che troverete in due racconti contenuti ne “Le tre del mattino”) per renderlo protagonista di un intero romanzo. Per ora ho solamente pochi capitoli, attendo ogni giorno quella piccola dose di ispirazione che mi consente di proseguire.
In secondo luogo mi sto muovendo per l’autopubblicazione del mio secondo romanzo, “Più forte del mondo”, semifinalista regionale per il concorso letterario RAI “La Giara” nell’edizione 2011-2012. Perché l’autopubblicazione? È un po’ il prezzo da pagare quando ancora si è esordienti.


-Un messaggio a tutti gli scrittori esordienti:
Scrivete per voi stessi, prima di tutto. Non abbiate mai fretta di terminare un’opera. Non fatelo.

-Vuoi concludere con una citazione di una tua opera?
Volentieri.
Da “Più forte del mondo”.
Esiste un suono che sembra provenire dalle sfere celesti. È opinione condivisa da molti. Il fatto curioso è che spesso, oltre all'estasi provocata dalle note di un pianoforte, si avverte anche una sorta di malinconia che spesso si commuta con l’angoscia. Non è facile spiegare se quanto detto sia dovuto al tipo di esecuzione. Nessuno, in ogni caso, si è mai sentito si smentirlo.



Ti ringrazio per la tua presenza e ti auguro buona fortuna.
Grazie a te, e anche a te buona fortuna!
Non arrenderti mai!!
Roberta


Buonasera carissimi, 
questa sera vi presento Luca Mastinu, un aspirante scrittore che 
Buongiorno, ti ringrazio per la tua presenza, comincia parlando di te, come ti descriveresti?
Grazie a te per l’occasione. Premetto che non sono solito descrivermi, quindi prima di cadere in banalità preferisco rispondere dicendo che lascio a chi mi sta di fronte questo beneficio.




-Cosa ti ha spinto a far parte del “mondo degli scrittori” ?
Purtroppo ancora non ne faccio parte, ma una delle mie più grandi aspirazioni è proprio questa. Mi definisco, date le circostanze, un “aspirante”, giusto per distinguermi da coloro che in Italia e nel mondo si sono affermati come scrittori. In ogni caso, ciò che mi ha spinto a scrivere è stata una ricerca di qualcosa che, oltre alla musica, completasse il mio tempo libero. Un giorno ho provato, un altro giorno ho rinunciato. Qualche giorno dopo ho ripreso e via discorrendo. Ho scoperto che mi piace farlo.





-Come ti senti quando scrivi? Ti capita di essere travolto dalle emozione e sentire il bisogno di metterle nero su bianco?
Quando scrivo mi sento diverso. Somiglia a un qualcosa come una visione che tu traduci con le parole. È come osservare delle scene e cercare di riprodurle fedelmente. Quando non vedo nulla significa che non c’è nulla da scrivere. Poi d’improvviso “vedo”, perciò non perdo tempo e butto giù alcune cose su un foglio di carta. La vera emozione arriva quando, rileggendo anche solo una prima stesura, noto che posso riscoprire quell’immagine di partenza.





-Hai qualche esperienza? Se hai già pubblicato qualcosa parlaci del tuo romanzo, hai tutto lo spazio necessario per descriverlo e per dirci dove trovarlo!!  Se non lo hai ancora pubblicato spiegaci cosa significa per te, che emozioni provi e hai provato mentre scrivevi.
Sì, nel 2010 ho pubblicato il mio primo libro, “Le tre del mattino” con Photocity Edizioni. Si tratta di una raccolta di racconti, in un numero di cinque. Nacque un po’ per gioco. Il genere che accomuna le cinque storie è il thriller con diverse sfumature splatter, ma mai senza quell’ingrediente drammatico che amo inserire in ogni cosa che scrivo. Si può ordinare passando per il mio blog lucamastinu.wordpress.com .
Posso dire che si tratta di caro omaggio a tutto ciò che da sempre mi accompagna: la musica, il cinema horror, la letteratura horror. Sono chiare le immagini e i tributi a Dario Argento, Lucio Fulci, Stephen King e Dylan Dog, ma non manca la musica come colonna portante. Anzi, è chiaro che quasi ogni racconto è nato da una canzone. Quel che mi emoziona è constatare, quasi con commozione, quanto sia importante la musica (e chiedo scusa se mi ripeto) in quello che faccio. Rileggere quello che scrivo e trovare continui riferimenti ad essa fa un certo effetto.

-Nell’introduzione del mio blog parlo di una strada difficile, scoraggiante ma piena di sogni, passione e forza di volontà, come ti senti ad essere esordiente e qual è la tua “aspirata destinazione”?
Essere esordienti non è sempre un limite, perché quando (e se) arrivano i primi piccoli successi (parlo anche del tuo vicino che legge la tua prima bozza e ti viene a dire di avere apprezzato) riesci a goderti tutto senza che nulla ti sfugga di mano. Quindi direi che è un cursus honorum della letteratura necessario. Certo, quasi tutti poi aspiriamo a diventare famosi, quindi la mia aspirata destinazione è riuscire a far diventare della scrittura un lavoro. Ti dirò di più, auto-tacciandomi di presunzione: vorrei che da quello che scrivo nascessero dei film.


-Cosa consiglieresti ad una persona che come te ha un sogno importante ma il cammino è lungo e scoraggiante?
Consiglio di non ascoltare quanti scoraggiano. Mai. La tua reazione deve essere sempre quella di voler migliorare. Perciò se hai dei buoni motivi devi iniziare, o continuare. Devi finire solo se lo decidi tu.

-Ritieni importante avere un rapporto con persone che hanno in comune con te la stessa passione?
Certo che sì, serve a sentirsi meno soli in questo mondo. Purtroppo anche in questo settore molti percorsi sono logorati dall’invidia. Succede come in ogni fatto umano.
-Hai dei progetti in corso?
Sì, recentemente ho ripreso il personaggio del commissario Caralli (che troverete in due racconti contenuti ne “Le tre del mattino”) per renderlo protagonista di un intero romanzo. Per ora ho solamente pochi capitoli, attendo ogni giorno quella piccola dose di ispirazione che mi consente di proseguire.
In secondo luogo mi sto muovendo per l’autopubblicazione del mio secondo romanzo, “Più forte del mondo”, semifinalista regionale per il concorso letterario RAI “La Giara” nell’edizione 2011-2012. Perché l’autopubblicazione? È un po’ il prezzo da pagare quando ancora si è esordienti.


-Un messaggio a tutti gli scrittori esordienti:
Scrivete per voi stessi, prima di tutto. Non abbiate mai fretta di terminare un’opera. Non fatelo.

-Vuoi concludere con una citazione di una tua opera?
Volentieri.
Da “Più forte del mondo”.
Esiste un suono che sembra provenire dalle sfere celesti. È opinione condivisa da molti. Il fatto curioso è che spesso, oltre all'estasi provocata dalle note di un pianoforte, si avverte anche una sorta di malinconia che spesso si commuta con l’angoscia. Non è facile spiegare se quanto detto sia dovuto al tipo di esecuzione. Nessuno, in ogni caso, si è mai sentito si smentirlo.



Ti ringrazio per la tua presenza e ti auguro buona fortuna.
Grazie a te, e anche a te buona fortuna!
Non arrenderti mai!!
Roberta

giovedì 4 aprile 2013

Francesco Casali - Intervista



INCONTRO CON L'AUTORE

con Francesco Casali



1) Il tuo romanzo affronta il dolore in tutte le sue forme, le conseguenze e il principio, le cause. Quale personaggio pensi che possa rappresentarti? C'è qualcosa di autobiografico?
E’ innegabile che nelle varie storie che racconto ci sia sicuramente anche qualcosa di me. D’altronde se le ho scelte è anche perché mi hanno fatto risuonare qualcosa di particolare e questo, più o meno velatamente, traspare nel testo. Sicuramente è un libro molto autobiografico, o forse meglio dire “personale”, in quanto svelo molte delle mie debolezze a partire da avvenimenti o persone esterne. Non credo ci sia un personaggio in particolare che mi rappresenti meglio di altri, ognuno ha sicuramente degli aspetti che mi hanno emozionato al punto da decidere di parlarne. Forse l’ultimo, Giovanni, incarna meglio la mia concezione della vita. E dell’amore.

2) Si possono guarire i vari disturbi di cui parli spesso, oppure le cure sono solo dei metodi per alleviare in parte le pene dei pazienti, stordendoli?
Non si può generalizzare in questo campo. Alcune patologie possono solo essere contenute farmacologicamente, altre invece, laddove sia presente un buon progetto terapeutico, possono essere gestite e superate. Nel libro parlo sia delle patologie psichiatriche ma soprattutto del dolore in generale, che tocca ognuno di noi. I farmaci in entrambi i casi sicuramente aiutano ma non ho mai visto nessuno guarire da una patologia o uscire da una crisi con il solo aiuto farmacologico. Dal mio punto di vista alla base di una relazione d’aiuto, di qualsiasi natura sia, c’è la qualità del rapporto e la capacità di sentire e accettare il dolore dell’altro. Ovviamente, nei casi più gravi, l’empatia da sola non è sufficiente, ma rispetto al dolore psicologico di cui parlo credo fortemente che nessun farmaco possa sostituire la relazione umana.

3) Mi ha toccato profondamente la storia della bambina e il fatto che tu abbia raccontato la vicenda in prima persona. Mi addolora porti questa domanda, ma tu sei libero di rispondere o meno. E’ autobiografica questa storia o è frutto della tua immaginazione?
E’ il capitolo più intimo del libro, forse il più importante per me, e al tempo stesso quello di cui faccio più fatica a parlare. Mi sento solo di dire che a volte alcuni progetti falliscono ingiustamente e ognuno si attrezza come può per sopportare certi dolori.

4) Pensi che la compagnia delle persone, il sostegno, possano dare una svolta alla vita di chi soffre di solitudine e si trascura? Come è accaduto con Angelo, malgrado il finale, è possibile porre rimedio?
La storia di Angelo è emblematica nella sua sincerità: quando si è lasciati soli non tutti hanno la forza di reagire. Non credo che “compagnia” e “sostegno” possano da soli guarire sempre le persone, di certo possono essere un valido supporto per chi è in una particolare fase di difficoltà. E’ anche vero però che spesso si cercano le persone per paura di stare da soli, ma si sta male ugualmente. Questo perché, a mio avviso, è la qualità della relazione che si instaura con chi soffre ad essere più o meno terapeutica, non il quantitativo di persone di cui ci si circonda. So per certo che la solitudine e la malinconia vengono difficilmente percepite dalle persone, perché ognuno vive molto soggettivamente questi aspetti, ma soprattutto perché fanno paura.


5) Adesso svelaci la verità di un noto modo di dire: si dice che chi si occupi di psicologia, perda la ragione. Cosa ne pensi?
Penso sia una frase un po’ banale, come tutte le frasi che generalizzano in toto qualcosa. Sicuramente chi sceglie una professione delicata come può essere lo psicologo, l’educatore o il medico, ma anche l’insegnante o il sacerdote, è più attratto dal dolore e dall’intimità della relazione. Le professioni che si basano sulla relazione se da un alto sono affascinanti, dall’altro richiedono una buona capacità di autoanalisi per non lasciarsi invadere da quello che l’altro porta all’interno della relazione. La vicinanza con persone in difficoltà mette sicuramente alla prova la salute mentale di chi lavora in un campo così delicato, ma forse anch’essa è una delle tante sfide di queste particolari professioni. Personalmente credo che una buona capacità di autoanalisi, riuscire a barcamenarsi tra empatia e distacco, delle buone amicizie e molta autoironia siano le armi migliori per non “perdere la ragione”.

6) Cosa ti ha portato alla decisione di "svelare tutto"?
Non ho la pretesa di svelare niente e non possiedo alcuna “verità”. Semplicemente quando ho scritto il libro ero, e lo sono tuttora, in un momento della mia vita in cui sentivo forte il bisogno di tirare fuori tutto, senza appunto “niente da nascondere”. Il titolo è la prima cosa che mi è venuta in mente e rappresenta l’essenza dell’intero lavoro. Credo di non sopportare più le persone false e opportuniste, quelle “di facciata”, e ho voluto parlare apertamente anche di questo, mettendo contemporaneamente anche a nudo le mie debolezze e i pensieri più intimi, sia come educatore che come uomo. Come detto è un libro molto personale in cui però molti si sono poi ritrovati, se non in tutto almeno su diversi temi, dal dolore mentale, alla sofferenza, fino ai tradimenti e la morte. Qualcuno si è sentito troppo toccato dentro e non è riuscito a finirlo, altri l’hanno apprezzato moltissimo, qualcuno ha pianto, altri si sono decisamente arrabbiati. Quello che più è importante è che a me è sicuramente servito parlare di quello che avevo dentro.


Intervista a cura
di Roberta Mura

Irène Némirovsky - Il ballo

Una lettura semplice e breve, ricca di sentimento e fascino. 
Antoniette vede la sua vita cambiare improvvisamente, a causa di un investimento in Borsa vincente da parte del padre. Vive con la sua famiglia in Francia, circondata dal lusso. L'autrice descrive con maestria l'attaccamento al denaro della madre, il piacere e la vanità incredibilmente accentuata grazie alla sua abile maestria nella narrazione. Antoniette non riceve attenzioni da parte dei genitori. La madre, troppo occupata a pensare al giudizio della gente, arriva a estraniare la figlia e trattarla come un "cane", come l'autrice stessa scrive. Stupefacente è lo sfogo emotivo di Antoniette, un classico pianto di una bambina che sta diventando adolescente, che desidera ardentemente l'amore, la libertà e si sente importante e diversa da tutti. Questa parte del racconto mi ha tenuta col fiato sospeso, mentre rivedevo un po' ciò che ogni neo adolescente ha passato. Lo sfogo emotivo, la rabbia repressa, l'odio e il disgusto, portano Antoniette a compiere un gesto di follia che insegna una dura lezione alla madre. 
Questo racconto, seppur breve, è capace di trasmettere insegnamenti che non si trovano spesso nelle pubblicazioni odierne. L'avidità, la vanità e l'accanimento verso il denaro, sono capaci di oscurare i veri valori della vita: la famiglia e l'amore, in questo caso.



mercoledì 3 aprile 2013

Sabrina Benulis - L'amore immortale Il libro segreto dell'arcangelo

Trama: Fin da bambina, Angela Mathers, è perseguitata da visioni soprannaturali: affascinanti creature alate popolano i suoi sogni e la ossessionano, senza darle tregua. Tanto da spingerlaa tentare il suicidio, più volte e in molti modi diversi, ma sempre senza successo: pare proprio che Angela non possa morire. Quando viene dimessa dall'Istituto di igiene mentale dove è in cura, la ragazza si iscrive all'Accademia Westwood di Luz, esclusiva università vaticana, decisa a iniziare una nuova vita. Ma Luz non è affatto una cittadina tranquilla come sembra: ombre inquietanti si aggirano per le strade in cerca di qualcosa e Angela, con le sue cicatrici e i suoi capelli rosso sangue, non passa inosservata...
Divisa tra un nuovo amore che sta sbocciando e le sue antiche ossessioni, Angela dovrà affrontare la verità su se stessa, perchè potrebbe essere proprio lei l'Insanguinata di cui parlano le profezie, l'unica creatura in grado di accedere al misterioso libro dell'arcangelo Raziel, decidendo così il destino di angeli e demoni, del Paradiso e dell'Inferno. 
Recensione:

Non ho ancora le idee ben chiare per fare una buona recensione, perciò comincerò dal principio. Il titolo, la cover e la quarta di copertina sono esageratamente commerciali e vanno ben oltre il romanzo. Il che significa che il titolo e la copertina suggeriscono al lettore un'immagine totalmente diversa dal romanzo. L'incipit non suggerisce nulla e non immerge il lettore nella trama. Prima di iniziare a comprendere qualcosa, bisogna arrivare ben oltre la pagina 100. Per quanto riguarda lo stile sono molto combattuta. Da un lato non è per niente chiaro, quindi negativo, spesso non si comprende chi sia il personaggio che compie l'azione. D'altro canto, l'autrice ha un'abilità grandiosa nelle descrizioni degli Inferi. Senza far rivoltare i grandi autori del passato, mi ha ricordato vagamente le sensazioni che ho provato nello studio dei primi gironi dell'Inferno di Dante. La paura e l'atmosfera carica di sofferenza, cattiveria, tortura, si può sentire a fior di pelle. Non nego che durante il viaggio negli Inferi di Angela, la protagonista, ho letto tutto d'un fiato circa 250 pagine. Una fase in cui la narrazione era anche più chiara, rispetto a tutto il resto. La delusione riguarda infatti la poca chiarezza anche della trama. Il finale è ugualmente deludente, non si comprende realmente perchè tutto sia tornato, in un certo senso, alla normalità. Il che fa prevedere un sequel, ma esso stesso dovrebbe lasciare un po' di chiarezza al lettore.