martedì 11 febbraio 2014

Il diario di una "giovane ragazza che scrive" - Forte temperamento per sopravvivere all'esordio

Sono dell'idea che per un esordiente sia più dura affacciarsi al mondo del pubblico, con la sua opera - qualunque essa sia - che affrontare anni di lavoro sulla propria creazione. Diciamocela, non è semplice per niente sfornare un manoscritto. Il mondo intero crede che un libro esca fuori così, sia pubblicato, e se finisci in televisione, nelle riveste, al cinema, sei un divo. E magari non sanno nulla di te, del tuo lavoro, del tuo impegno. È più probabile che abbia successo un qualsiasi scribacchino che impieghi due mesi a scrivere a vanvera, che una persona che abbia quasi ceduto l'anima al proprio lavoro. E si tratta proprio di questo ultimo caso, quello che viene ignorato dalla società, criticato per eliminarlo dal campo, di cui voglio parlarvi.
Premetto che ciò che sto per dire non vuole intendere che tra noi ci siano futuri Manzoni, Austen, Foscolo, Leopardi e via dicendo, perciò non immaginatevi della presunzione in questa riflessione. Quanti autori del passato sono passati inosservati, magari suicidi, e poi improvvisamente riconosciuti alla morte, o secoli dopo? Svariati! Siamo in Italia, è un dato di fatto. 
Troppe persone affermano che uno scrittore, un cantante, un attore deceduto fosse un grande artista. Peccato che se ne accorgono solo dopo la morte, o il criterio di valutazione parte da un tipico atteggiamento umano: bisogna parlare di qualcuno, e più questa notizia è grande, più il personaggio è interessante, e più la conversazione, il passaparola scorrono. In aggiunta, ovviamente, se questa persona è morta si parte col pregiudizio macchiato di un finto perbenismo.
Ma nel 2014 bisogna aspettare che le persone muoiano per accorgersi della loro presenza! Quanti fastidiosi articoli di giornale immagino, un giorno, nei confronti di tanti artisti che hanno vagato tutta la vita intorno all'esordio. Quegli artisti che non si sono mai definiti tali per non peccare di presunzione, perché si sentivano attaccati, che quando qualcuno li chiamava "scrittori, cantanti", loro li correggevano con lo sguardo basso e dicevano: "autore", "esordiente", "scribacchino", "autore di canzoni"…
Questo è il destino, ma passiamo alla selva oscura. L'autore pubblica il proprio romanzo (editore free, amazon self…) e regala la propria opera ai blogger, amici, parenti, conoscenti, svalutando i suoi anni di lavoro dietro a un computer, rinunciando alla propria vita sociale, intento a sgranocchiare caramelle, scrivere, studiare grammatica e fare esercizi da centinaia di manuali. Eliminiamo la sfera degli amici, parenti e conoscenti: molti l'avranno appena cominciato a leggere, alcuni non hanno avuto voglia di iniziarlo ma non te lo diranno mai, e poi ci sono i libro-fobici. Comunque, di questa categoria, se l'autore è molto pesante e fastidioso ti scriveranno forse dieci recensioni. La metà falsa o intrisa di vanto per la conoscenza, quindi inutile. E adesso gli restano i blogger, ci sono quelli attenti, quelli che valutano tutto e cercano di estrapolare il meglio del libro, e poi ci sono quelli che se ne infischiano del suo lavoro. Quelli che sono talmente frustrati dalla vita che scrivono un saggio breve sul proprio blog, con un particolare linguaggio formale/aulico e termini che loro stessi si inventano per sembrare colti. Oh! Ce ne sono parecchi. Ci sono quelli che odiano la vita e leggono un libro solo per smentirlo. In genere attendono il bestseller o quello che spopola sul web.
E ora, che gli resta a questo povero sventurato? Ci sono i recensori con conflitto di interesse. Sì. La categoria peggiore, oltre a chi non dovrebbe avere neanche il titolo per mettere un voto. Questi stanno partecipando al suo stesso concorso, oppure vendono sulla sua stessa piattaforma virtuale. Scaricano i libri, se sono gratis, o trovano il modo di certificare l'acquisto, e poi giù a tutto spiano con una stellina nel libro degli altri autori e commenti incomprensibili! E lui si assicura una buona media di stelle perché fa decadere gli altri autori dalla classifica. 
Il recensore senza titolo è quello che ritengo superficiale. Diciamocelo chiaro: chi legge superficialmente, magari facendosi anche le unghie, è utile quanto una persona che legge un libro all'anno. È lì, sul divano, che legge i primi paragrafi e alterna una passata di smalto su un'unghia con un paragrafo. Poi si perde e sbaglia pagina, legge da quella successiva. Nel frattempo, magari, sta seguendo The Big Bang Theory e non si ricorda più se il protagonista è un intelligente sfigato o un palestrato latin lover.
Dunque, dopo che si affacciano al mondo "pubblico", quello del futuro, del web, il più promettente ma il più agguerrito, molti esordienti cedono, ormai spaventati dalla prima bestia trovata sulla collina della Selva. Allora, perché non prendere la strada più lunga, piuttosto che quella breve, davanti alle serpi che ostacolano questi autori di buone speranze? Perché molti autori si fermano lì, si rassegnano, e in casi estremi (come il tranello da editore a pagamento)  si rendono conto dell'enorme cazzata - scusate il termine - e non sanno più come procedere. Ne va dell'autostima. 
E adesso voglio dire una cosa a tutti gli esordienti : Se hai sbagliato strada hai il tempo di riparare e migliorare. In tutto questo tempo capirai se questa è la tua vera strada e altro non potrai fare che migliorare.
Se hai il grande coraggio di affacciarti a questo mondo, pur non appoggiato da un editore, tira un bel respiro e procedi lungo la strada lunga. Quella difficile. Tutte le volte che una serpe sarà pronta a morderti, tu ricorda che il miglior antidoto è l'indifferenza. Il veleno non è altro che il desiderio di abbattere un concorrente, in questo campo. Facciamo tutti parte di una grande arena. C'è chi preferisce allearsi e raggiungere la vetta con la gioia dei propri simili a fianco; e c'è chi ambisce al podio con la corona. Ma questa non è una lotta agli Hunger Games, non c'è un solo vincitore, non c'è bisogno di uccidersi, di eliminare i propri concorrenti (colleghi). Qui l'unico modo per vincere è giocare lealmente e allearsi, ignorare le vipere e farle affogare nel proprio veleno dal traguardo. Le serpi sono destinate a strisciare, non hanno le ali per volare.