domenica 27 gennaio 2013

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GIOVANNI GARUFI BOZZA




Buongiorno, ti ringrazio per la tua preziosa presenza. Comincia parlando un po' di te, come ti descriveresti?

Buongiorno a te e grazie per questa opportunità! Userei alcune parole chiave per descrivermi. La prima è psicologo: sono infatti iscritto all’albo dal 2010 e mi sto specializzando in Psicologia della Salute, studiando nell’omonima scuola di psicoterapia ad Orvieto. La seconda è viaggiatore: amo infatti viaggiare, cosa che non manco mai dai fare, è quasi una necessità che nel giro di pochi anni mi ha portato a vedere diverse parti dell’Europa, e a crearmi una vita che non avesse una base stabile solo a Roma, città dove risiedo e lavoro. Tanto per citare due spostamenti d’obbligo, ho una ragazza nell’Emilia Romagna e studio, come ho detto, ad Orvieto. Direi che sono sentimentalmente e studiosamente pendolare! Un’altra parola chiave è ovviamente scrittore: amo scrivere, specie quando viaggio, portando sempre con me una penna e un taccuino, su cui annoto ogni esperienza o riflessione che il viaggio fisico o quello metaforico della vita mi ispirano. Ultima parola è conduttore: sono vice-direttore di una radio on-line (Radiovortice.it), dove conduco un programma intitolato Crisalide (nome tratto da un’antologia di racconti di cui sono co-autore) che intervista gli scrittori esordienti. Ci sarebbe tanto altro ma rischierei di scrivere un papiro…

Wow! Sei senza alcun dubbio una persona che non si ferma davanti a nulla. Cosa ti ha spinto a far parte del “mondo degli scrittori” ?

Direi che la forza motrice è stata il mio continuo fantasticare. Ho sempre amato, fin da piccolo, narrare storie. Mi sono cimentato più volte a scrivere: racconti, romanzi e via dicendo, tante storie rimaste chiuse nel cassetto fino all’abbandono; c’era sempre una nuova storia da narrare che si sostituiva alla precedente. Finché non ho trovato quella che per me era la storia, solo allora la forza del racconto, e la passione che ho nutrito per i suoi personaggi mi hanno spinto per diverso tempo a scrivere qualcosa senza passare ad altro. Da lì è nata la prima pubblicazione.
Tutto questo senza escludere, ovviamente, la lettura. Non si può essere scrittori, se prima di tutto non si è voraci lettori: è la lettura che stimola la fantasia.

Concordo, Giovanni. Uno scrittore deve essere prima di tutto un lettore. 
Come ti senti quando scrivi? Ti capita di essere travolto dalle emozione e sentire il bisogno di metterle nero su bianco?

Mi sento completamente immerso; hai detto bene, travolto dalle emozioni. Non sono però emozioni mie, ma quelle dei miei personaggi: ci s’immagina un contesto, e uno o più personaggi che vi si muovono all’interno. Ogni loro azione genera un’emozione che inizia a bruciarti dentro; e ti ritrovi con una fiamma interiore talmente accesa che non puoi fare a meno di gettarti con la penna sulla carta, facendo sì che quel personaggio sperimenti la stessa emozione, la possa comprendere, in taluni casi si possa salvare da essa. È un fare un percorso parallelo che si incrocia sulla carta. I miei personaggi vivono nei miei pensieri, mi ispirano dei comportamenti e dunque una storia, la mia mente aggiunge alla loro azione l’esperienza della mia vita quotidiana o di un viaggio fatto: i particolari di un paesaggio, o di un luogo particolare, o di una metafora ascoltata. Poi arriva il momento dell’incontro, perché prima o poi ci si deve incrociare sulla carta e costruire assieme quella che sarà la narrazione finale. Ti faccio un esempio, accaduto di recente: mi è capitato di visitare San Marino a Gennaio. Sono rimasto affascinato dalla cinta muraria, dalle torri che si innalzano sul vuoto, avvolte da una fitta nebbia, dagli scorci che è possibile trovare in questo piccolo Stato. Indovina per dove passeranno i personaggi della storia che sto attualmente scrivendo!? Eppure questa meta non era minimamente prevista! ;)

Nello Stato di San Marino? Ho indovinato sicuramente e comprendo benissimo ciò a cui ti riferisci. Talvolta ci affascina nell'animo qualcosa che si manifesta davanti ai nostri occhi, così tanto da voler rivivere ancora quell'attimo in un nostro lavoro.
Hai qualche esperienza? Se hai già pubblicato qualcosa parlaci del tuo romanzo, hai tutto lo spazio necessario per descriverlo e per dirci dove trovarlo!!  Se non lo hai ancora pubblicato spiegaci cosa significa per te, che emozioni provi e hai provato mentre scrivevi.

Ho due pubblicazioni all’attivo. La prima è un romanzo, quello d’esordio, che s’intitola Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità. Il modo migliore per narrarlo è ovviamente scrivere qui di seguito ciò che il lettore trova guardando il testo: la sinossi. 
Per chi vuole, esiste anche un video trailer su youtube: http://www.youtube.com/watch?v=pqGxqQtHbPY

Selvaggia è una ragazza dark, con i capelli lunghi e neri e gli occhi blu intenso.
Ama il punk rock, veste sempre di nero e con il trucco pesante, vive in un mondo tutto suo, che cerca di assaporare fino in fondo; ama girare per Roma fino a notte fonda, avere incontri intimi con perfetti sconosciuti, ballare fino a tardi in locali dark. Selvaggia scrive poesie e ha una stanza completamente buia. Per il mondo, però, non esiste, non è mai nata: è semplicemente la maschera di una persona distrutta o forse la parte più vera di una personalità che sente di non avere più un senso in questo mondo. Lei è Martina.
Martina è una ragazza bionda che veste sempre con colori pastello.
È vuota, un pezzo di ghiaccio, all’apparenza impenetrabile. Rifiuta ogni amicizia, ogni
rapporto sociale. Ha lo sguardo spento e triste, in quei suoi occhi blu intenso. Ha perso i genitori quando aveva sedici anni. Da allora tutto il suo mondo si è distrutto, e il lutto l’ha trasformata in un corpo vuoto che vive solo perché si deve vivere.
Lei è Selvaggia.
Daniel è un ragazzo di diciannove anni, al primo anno di Psicologia, dove conosce Martina.
Scopre l’esistenza di Selvaggia su un blog e la incontra in un locale dark. Scopre la linea sottile che separa le due ragazze, segnata dal trucco pesante, i caratteri e i gusti opposti. Scopre la sofferenza che lega le due parti della stessa persona.
Tenterà di cancellare quella linea, rompere il muro che separa le due personalità, rischiando di annegare in quel vortice paradossale di conflitti creato da quella ragazza, che sta imparando ad amare, in ogni sua forma.

Il romanzo può essere trovato sul sito delle Edizioni Drawup (www.edizionidrawup.it) da dove potrete ordinarlo per farlo arrivare direttamente a casa vostra, senza costi di spedizione! E’ poi ovviamente ordinabile in tutte le librerie, anche qui con la spedizione a carico del mio editore.

La seconda pubblicazione consiste in un racconto, intitolato La filosofia dell’ottimismo; esso si ispira agli insegnamenti della scuola di Psicologia della Salute che frequento e propone l’idea che le parole che hanno tipicamente una coloritura negativa nel senso comune (Errore, Sgomento e Crisi, ad esempio) possano essere rivalutate, o per meglio dire colorate di luce positiva, in modo da diventare enormi trampolini di crescita personale e sociale. La storia è quella di uno scrittore cinquantenne che sulle rive dell’Adriatico osserva il mare, consapevole che sta affrontando tutte le crisi possibili ed immaginabili (crisi economica, crisi coniugale, crisi creativa ecc.). Incontrerà un personaggio (non dico chi, ma diciamo che è l’ultima persona da cui vi aspettereste, o meglio accettereste, un aiuto) che gli esporrà la sua filosofia dell’ottimismo, spingendolo a vedere il mondo attraverso delle lenti diverse, più positive.
Anche questa antologia di può ordinare in libreria o sullo stesso sito sopracitato. Anche qui, nessun costo di spedizione.
Tante altre informazioni su di me e sulle mie opere, nonché tante sorprese e regali, sono reperibili visitando il mio blog (giovannigarufibozza.wordpress.com)

Nell’introduzione del mio blog parlo di una strada difficile, scoraggiante ma piena di sogni, passione e forza di volontà, come ti senti ad essere esordiente e qual è la tua “aspirata destinazione”?
Riprendendo quello che ho detto per la mia seconda pubblicazione, La filosofia dell’ottimismo, presente dentro l’Antologia Crisalide, indosso le lenti dell’ottimismo (o per meglio dire della Psicologia della Salute) così da risponderti che quella strada difficile e scoraggiante la vedo come un percorso in cui ogni passo mi farà crescere sempre di più. Il motto del mio blog è Vivi nel presente, con un piede nel passato e lo sguardo volto a futuro, perché tanta strada hai fatto e tanta ne devi ancora fare. Non ho una meta e non so dove arriverò, so solo che voglio camminare e camminare (viaggiare!, la mia passione!), per scoprire ogni sentiero che questa strada offre. Non mi staccherei mai dall’appellativo esordiente, neanche se raggiungessi il livello di Augias, perché mi sprona a continuare il cammino, guardando ogni tanto indietro ma avendo la mente fissa su ciò che mi aspetta: la crescita continua. Quindi ben venga il cammino difficile in un mondo editoriale che ha scoperto la crisi prima degli stessi mercati internazionali: quante occasioni offre la difficoltà? Se fosse tutto semplice, non ci sarebbe divertimento, non si sarebbe spinti a conoscere altri autori per aiutarsi a vicenda nella promozione; mancherebbe dunque l’incontro con chi percorre la tua stessa strada e, con esso, la crescita. 

Cosa consiglieresti ad una persona che come te ha un sogno importante ma il cammino è lungo e scoraggiante?
Esattamente quello che ho scritto prima: camminare, vedendo le difficoltà non come ostacolo ma come risorsa. Guardare indietro ogni tanto per vedere quanto si è cresciuti, ma continuare il cammino, facendo di ogni momento di crisi un’incredibile opportunità per migliorarsi. Nel caso della promozione editoriale aggiungerei anche questo: considerare il proprio libro come un figlio, che è nato (pubblicato) ma non basta questo perché cresca e diventi forte. Occorre nutrirlo e vestirlo (promuoverlo) ogni giorno, con passione e costanza. E vedrete che diverrà per voi un capolavoro molto più bello di quanto non fosse appena lo avete tenuto per la prima volta in mano, al primo giorno di pubblicazione. Già solo questo basta per non scoraggiarsi e continuare, no? ;)

Ritieni importante avere un rapporto con persone che hanno in comune con te la stessa passione?
Lo ritengo talmente fondamentale che ho creato un programma sulla radio on-line presso cui sono vice-direttore (www.radiovortice.it) dedicato agli esordienti e alle loro opere. Offro molto più che un’intervista: chi entra nel circuito della radio, entra in uno scambio continuo di collaborazione e cooperazione. Ogni volta che intervisto qualcuno, chiedo come sta promuovendo il suo scritto, perché le sue parole siano di consiglio agli altri esordienti. La radio è collegata al mio blog da cui periodicamente invio newsletter sulla mia promozione, consigliando gli esordienti che ho intervistato su questa o su quella iniziativa che ha aiutato il mio romanzo a promuoversi, perché possa essere utile anche alle loro pubblicazioni, o proposte di progetti comuni: per esempio, rivedendo il database degli intervistati ho scoperto che quattro di loro vivono nei pressi di Bologna. Ho proposto loro di organizzare assieme una presentazione, portando ognuno il suo pubblico, così da ognuno possa farsi conoscere da una fetta di persone mai viste prima. Non so come andrà, ci stiamo lavorando… vi racconteremo ;).

Hai dei progetti in corso?
Di progetti ne ho sempre tanti, forse anche troppi. Non mi fermo quasi mai. Limitando il discorso alla sola scrittura, posso dirti che ho concluso il mio secondo romanzo, che sto revisionando prima di inviarlo al mio editore (dovrebbe uscire a settembre) e sto iniziando il terzo. In merito a quest’ultimo sto sperimentando una cosa mai fatta prima: scrivere senza avere la storia già in mente. Ho solo lo scheletro e il carattere dei personaggi, il resto viene fuori quando mi metto a scrivere. Anche qui non c’è una meta stabilita, vediamo che esce fuori! 
Anche sul blog ho appena aperto una sezione chiamata Psicologia della Salute. È un approccio nuovo, che apre tante riflessioni e tante occasioni di crescita. Oltre a questo, la psicologia della Salute è presente in ogni mia pubblicazione, è il fil rouge che lega tutto. Quindi attraverso gli articoli del blog vorrei farla conoscere meglio, perché aiuta davvero a scoprire le proprie risorse a costruire il proprio benessere.

Un messaggio a tutti gli scrittori esordienti:
Non smettete mai di promuovervi. Sembrerà banale ma è la vera base del nostro mestiere. Scrivere è la cosa che vi piace di più e aver pubblicato un testo vi ha richiesto fatica, emozione, sudore, passione. Avete messo al mondo una parte di voi, ma purtroppo non basta! È la promozione la vera fonte di crescita, per voi stessi e per la vostra opera: dunque create legami, conoscenze, approfittate di ogni occasione che la vita di offre per parlare del vostro testo, perché facendolo parlerete di voi. E quando vi troverete davanti a qualcuno, che lo conosciate o meno, non mancate mai di condividere con esso l’emozione di aver scritto un libro, presentandoglielo e facendoglielo conoscere.
Poi un consiglio meramente tecnico: per imparare come promuoversi al meglio, iscrivetevi alla newsletter del mio blog, e segnatevi questo sito di Emanuele Properzi, il guru della promozione libraria: www.scrittorevicente.com. Nel cammino irto di difficoltà di cui parlavamo poc’anzi, molta strada l’ho fatta con la sua mano sulla spalla, e i risultati sono davvero apprezzabili!

Vuoi concludere con una citazione di una tua opera?
Ti riprendo una parte del racconto de La filosofia dell’ottimismo. Proprio in merito alla rivisitazione delle parole, e al vedere la vita con le lenti della filosofia dell’ottimismo, viene proposto quanto scritto qui di seguito sull’errore (una delle cose che solitamente ci spaventano di più!). Prima di riportare la citazione ne approfitto per salutarti e ringraziarti sia per l’opportunità, sia per le fantastiche domande che mi hanno aiutato a riflettere su quanta strada ho fatto finora, e su quanta ne devo ancora fare!
L’errore è la più grande fonte di apprendimento. Aiuta a migliorarci, a osare, ad avere coraggio, sempre a patto di dargli un colore luminoso e non macabro. Io penso che bisognerebbe fare almeno un errore al giorno, per essere coscienti di vivere realmente, perché chi non sbaglia non sta vivendo: campa, in modo ripetitivo, in modo automatico, stereotipato, quasi fosse una macchina, un automa. Ma in questa coazione a ripetere non osa, non ha il coraggio di fare scelte, e non vive realmente. Tira a campare, ma non vive! Tu invece osa, sbaglia! E se sarai capace di vedere anche l’errore sotto le nuove lenti che la filosofia dell’ottimismo ti dona, allora forse non avrai neanche più paura di provocare cambiamenti nella tua vita, perché saprai che se sbagli avrai appreso una lezione in più, avrai trovato nuovi limiti che conoscevi e nuove risorse che erano addormentate dentro di te e che improvvisamente si svegliano per darti una mano.


Ti ringrazio ancora per la tua presenza, è stato un piacere averti qui tra noi. 

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