giovedì 21 febbraio 2013

Giovanna Albi

Buonasera, ti ringrazio per la tua presenza, comincia parlando di te, come ti descriveresti?
Sono una madre, un’insegnante, una donna, una psicoanalista pentita. Su questo ultimo aspetto insisto particolarmente, perché il mio desiderio di scrivere è nato come rivolta rispetto agli elementi della psicoanalisi , che hanno messo in crisi la mia intera esistenza. Se mi fossi accontentata di fare l’insegnante laureata in lettere classiche e in filosofia e non avessi intrapreso il tirocinio psicoanalitico, la mia vita sarebbe diversa. Ho riposto fiducia nella psicoanalisi e da questa sono sta pugnalata al cuore . Ho investito energie animiche su questa modalità di lettura del mondo e mi sono accorta di come essa mi allontanasse dalla vita reale e mi gettasse in una condizione di “ come se” che non mi corrispondeva e non mi corrisponde affatto. Ho quindi intrapreso la strada della spiritualità compiendo a piedi e per due volte il cammino francese di Santiago, la via Francigena dal Monginevro a Roma e la via di San Francesco. Strade che ho percorso col cuore in mano nel tentativo di riappropriarmi della parte più autentica di me che stava sepolta sotto tutte le sovrastrutture intellettualI che l’analisi freudiana mi aveva costruito. La scrittura in me nasce come denuncia degli aspetti devastanti della psicoanalisi, che ha fatto scempio della mia anima, che cerco di recuperare attraverso il ruolo di insegnante e la scrittura soprattutto.


Cosa ti ha spinto a far parte del “mondo degli scrittori” ?
Quando si arriva alla mezza età, e si vede che la vita indietro non torna e si può solo andare avanti, ci si dà dei nuovi obiettivi per rinnovare quel che è possibile. Io scrivo per bisogno di trovare una corrispondenza di anima tra me e il mondo esterno. Fin da piccola osservavo, appuntavo, trascrivevo col gioco della fantasia quanto mi andava capitando, ma solo da adulta matura ho deciso di pubblicare entrando a far parte del “ mondo degli scrittori”. Mi sentivo sola, incompresa, con una storia anche dolorosa da raccontare, con un’esistenza mancata e più volte colpita, con un profondo disagio esistenziale, determinato anche dalla scarsa considerazione di cui, irragionevolmente, gode il ruolo di insegnante. Insegno greco e latino e vivo in modo distonico il mio rapporto con la scuola. Ottimo il rapporto con gli allievi, ma disastroso quello col dirigente scolastico e con molti colleghi, che hanno improntato la propria vita al  puro formalismo.
Ho quindi deciso di scrivere anche per denunciare il fallimento della scuola come luogo di formazione e per toccare temi di attualità che mi stanno a cuore, come la politica, i ruoli uomo-donna, la religione, la filosofia, la psichiatrizzazione dell’analisi, etc, in una mai paga esuberanza di interrogativi nell’inseguire un’idea di libertà.
Nello scrivere inseguo la mia idea di libertà che  trovo nel fluire delle parole , perché solo le parole liberano dalle catene e ti ridanno quella dignità che a volte credi di aver perduto strada facendo, nei vicoli e vicoletti di una esistenza complessa. Sì, lo ammetto, vivere per me è difficile, non ho avuto un percorso lineare, ma continui andirivieni esistenziali, nello scrivere trovo la mia valvola di sfogo, quel quid che cerco e non trovo nel quotidiano. Scrivo per innalzarmi ad una visione superiore che possa fare luce sulle ombre della mia esistenza e su quella dei tanti pellegrini della terra come me.


Come ti senti quando scrivi? Ti capita di essere travolto dalle emozione e sentire il bisogno di metterle nero su bianco?
Quando scrivo mi stacco totalmente dalla realtà e viaggio con la mia fantasia nel mondo soprattutto dei ricordi. Proustianamente mi lascio trasportare dalle sensazioni, dagli odori, dai colori, dall’arte, e entro in una dimensione altra, che ha poco a che vedere con la ragione, benché dicano i critici che abbia un ottimo controllo della scrittura. Il mio è spesso un flusso di in-coscienza in cui mi disvelo pienamente e rimango io stessa stupita delle parole che trovo per esprimermi, scrivo come in trance , dimenticando tutto quello che mi circonda di reale ed entrando in una dimensione onirica , come se sognassi ad occhi aperti.
Sono totalmente travolta dal mondo emozionale in un turbinio senza lena , mi attacco alla scrittura come ancora di salvataggio e affido alla scrittura la risoluzione delle mie crisi interiori. Scrivo quindi dietro la spinta di una forte pulsione e alla fine mi sembra di aver colto una parte di verità di me, mentre un’altra mi sfugge e vado a rincorrerla nella giornata successiva, che mi vedrà ancora alle prese con la nobile arte dello scrivere.


Hai qualche esperienza? Se hai già pubblicato qualcosa parlaci del tuo romanzo, hai tutto lo spazio necessario per descriverlo e per dirci dove trovarlo!!  Se non lo hai ancora pubblicato spiegaci cosa significa per te, che emozioni provi e hai provato mentre scrivevi.
Sono al mio quarto romanzo. Ho cominciato come esordiente cadendo nella trappola degli editori a pagamento e me ne pento amaramente. Sconsiglio vivamente a tutti di non ricorrere a questa tipologia di editoria, anche se vi ho pubblicato un’opera che mi è molto a cuore. 
Si intitola “Splenderò nell’ombra”
Spiego trascrivendo dalla prefazione della prof.ssa Luciana Cianfanelli di Roma: 
”Un’opera atipica che sfugge alla relatività di una definizione :né diario, né saggio, ma un repertorio che è magma , gliòmerio, materia grezza allo stato nascente, flusso di coscienza che include interruzioni, riprese, flash back. L’Autrice si interroga sugli eterni quesiti filosofico-esistenziali, destino e senso, amore e morte, libertà e tirannide, fede e politica. Una specie di narrazione confessione che, indagando, intreccia i temi più disparati: dal rapporto con la famiglia di origine a quello col mondo esterno, le istituzioni, i ruoli, il potere, Freud e Lacan, religione e filosofia, amicizia, affetti, sessualità ,psichiatrizzazione dell’analisi, isteria e delirio, e poi ancora i ruoli come vengono codificati dalla tradizione , il femminismo, il maschile, il materno, l’amicizia tra donne, la ricerca del padre, il rapporto col proprio ( i diversi) partner sessuale. Una ricerca spesso affannosa che non vuole e non può fermarsi, una mai paga esuberanza di interrogativi nell’inseguire un’idea di libertà “libera” che parta dal proprio interno , qualcosa che tu ti costruisci con le proprie mani....,un carico di sofferenza talvolta devastante che include anche la consapevolezza dell’impossibilità di essere liberi.Di fronte ad essa l’Autrice oppone- perentoria- l’affermazione del suo essere madre, colei che porta e trasmette la vita, un quid che va oltre le convenzioni della società e del politicamente corretto, che si coglie nell’amore anziché attraverso la ragione e sembra volerci dire : siamo d’accordo l’uomo è “ forte” ma relativo, mai assoluto,  la donna è “ debole”, ma eterna , onnipotente, perché legata alle radici più profonde della vita, perché vita essa stessa”. Aggiungerei “splenderò”: un imperativo che mi sono data,  “ nell’ombra” col sottile piacere di guardare, di rimanere da parte, spegnendo i riflettori sul mio innato narcisismo.
Segue " L’avventura di Santiago " edito nel 2011 dalla Robin editore di Roma: un viaggio dell’anima che accompagna il lettore per i luoghi che conducono a Santiago di Compostela. Non è una guida, ma il diario di un viaggio che si intreccia con la varia umanità incontrata, con una descrizione impressionistica dei luoghi e ritratti di personaggi tipici. La mia è una ricerca dell’anima, che giace sotto tutte le stratificazioni culturali, un denudamento, una kènosis per rientrare in contatto con la Natura-madre in un bisogno-emergenza di umana solidarietà. Opera che sa di filosofia e poesia con molte citazioni, riferite a memoria, il che rende il libro colto, motivo per cui credo si rivolga ad un pubblico d’élite. Un libro che ha venduto poche centinaia di copie , cosa di cui mi rammarico e che, secondo l’editore, si potrebbe spiegare con  questo impianto troppo colto.
Segue il romanzo che più mi rappresenta “Odore di bimbo-La storia di Chiara, un libro di maggiore successo, edito nel luglio del 2012 che sostanzialmente è un viaggio nella memoria di Chiara, personaggio complesso e dotato di notevole capacità di autoanalisi. Attraverso riferimenti filosofici, storici, e a personaggi della letteratura e della mitologia classica, la protagonista ripercorre la sua vita dall’infanzia alla maturità, e descrive il suo rapporto con l’uomo che ama, un uomo che profuma di bimbo, di borotalco e di Plasmon. Il testo presenta una carrellata di uomini tipici: uomo Ettore, il don Abbondio, l’Achille etc e su tutti primeggia l’uomo Federico, l’amore di Chiara. Le prospettive cambiano e la vita viene osservata da diversi punti di vista: la panchina, la strada, la canoa. Frequente il ricorso al mito , dove Chiara si rifugia, come ad es. nell’Isola dei Feaci o nella fucina di Vulcano. E’ un libro che ne contiene altri ed immancabile è la condanna della psicoanalisi e il ricorso all’Amore come farmaco che cura le ferite della vita. Si trattano diversi argomenti come in “Splenderò nell’ombra”, ma la trama è più compatta e il testo risulta beN organizzato intorno ad un personaggio unico , Chiara appunto, nota avvocatessa romana, sempre sospesa tra realtà e sogno.
L’ultimo romanzo “ La favola bella di Synthesis e Calypso” è autopubblicato su” Il mio libro” , ma aspetto di parlarne perché a breve esce la pubblicazione in cartaceo.



Nell’introduzione del mio blog parlo di una strada difficile, scoraggiante ma piena di sogni, passione e forza di volontà, come ti senti ad essere esordiente e qual è la tua “aspirata destinazione”?
Sto attraversando un cammino molto difficile come “ esordiente”, anche perché ho difficoltà ad autopromuovermi e vedo che le case editrici si danno poco da fare. Ho appena aperto un blog in via di organizzazione. Sono profondamente delusa dalla mia casa editrice che non ha fatto nulla per promuovere i miei libri, mi ha molto promesso, ma nulla mantenuto. Una strada certo scoraggiante, ma che vale la pena percorrere senza demordere, anche perché si incontra la solidarietà degli altri scrittori emergenti e di persone, nel senso pieno, come te, che mettono a disposizione il proprio talento , la propria anima e intelligenza per darci una mano. Il mio più profondo desiderio sarebbe quello di allargare la rosa dei miei lettori, non per fare soldi ( carmina non dant panem), ma perché penso di avere, nel mio piccolo, qualcosa da dire. Credo che i miei siano testi non di facile lettura e per questo scarsamente commerciabili, ma trovo difficoltà a cambiare il mio stile. Come dire, sono intrisa di filosofia e cultura classica e i mie libri ne sono i figli.


Cosa consiglieresti ad una persona che come te ha un sogno importante ma il cammino è lungo e scoraggiante?
Il cammino è lungo , difficile , ma anche scoraggiante. Direi di non abbattersi di fronte alle tante porte chiuse in faccia e di non cedere mai ad un editore a pagamento. Quando c’è del talento, prima o poi deve per forza essere riconosciuto . Consiglierei di leggere molto e di leggere e rileggere il proprio manoscritto, apportando i tagli e le modifiche necessarie. E’ un lavoro impegnativo , ma che alla lunga produce notevoli soddisfazioni. Consiglierei di trovare tutti i canali di autopromozione e di non tempestare FB con i propri link perché ho notato che sono poco graditi a ripetizione.



Ritieni importante avere un rapporto con persone che hanno in comune con te la stessa passione?
Lo ritengo fondamentale, con molti scrittori è nata una sincera e profonda amicizia, anche se spesso virtuale, un rapporto di umana e professionale solidarietà, di cui non potrei più fare a meno. 


Hai dei progetti in corso?
Il prossimo libro sarà sulla scuola, sulle grandi contraddizioni che la caratterizzano e sul mondo degli adolescenti, oggi così poco inclini a leggere, tranne notevolissime eccezioni. Ma il discorso si fa impegnativo e in questa sede preferisco soprassedere, anche perché vado a toccare temi scottanti, come il mio rapporto con la dirigenza scolastica.


Un messaggio a tutti gli scrittori esordienti:
Non demordete mai, siamo solidali, aiutiamoci reciprocamente, siamo belle persone che cercano di dare il meglio di sé. Ribadisco: non pagate mai, ma fatevi pagare o autopubblicatevi! Il mondo dell’editoria è saturo: la strada è molto difficile, il cammino lungo e laborioso, ma grande è la soddisfazione di trovare un popolo nutrito di lettori.


Vuoi concludere con una citazione di una tua opera?
Quel tesoro di Papotto ( il figlio di Chiara).
Posillipo, l’arena cocente, Chiara sdraiata, tiene tra le braccia Papotto di un mese: lui con le pieghe di grassottino, viso contro viso, la linguetta di fuori, le labbra carnose, gli occhi lunghissimi e verdi, le orecchiette attaccate e i capelli biondissimi, il nasino da rubare in un bacio. Insomma che dire? Papotto!Maledetto tempo che lasci rovine, non mi tormentare!Scorri pure veloce, trascorri, va via, ritorna, fa’ di me quel che vuoi, lasciami sognare solo Papotto. 



Ti ringrazio per la tua presenza e ti auguro buona fortuna per i tuo progetti.

Roberta 

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