lunedì 11 agosto 2014

Sognando Park Avenue - Tinsley Mortimer - In verità, è il libro a sceglierti






Titolo: Sognando Park Avenue
Autrice: Tinsley Mortimer
Editore: Tea
Prezzo: Edizione economica 6,50 €
Voto: 5/5







Trama:                                                                                                   
Minty Davenport è la tipica brava ragazza del Sud. Ma la vita di provincia le è sempre stata stretta e, fin da piccola, ha sognato di vivere nella sfavillante New York. E, ora che il suo ragazzo le ha chiesto una maledetta «pausa di riflessione», lei ha deciso: è giunto il momento di provare a realizzare quel sogno. Non appena si trasferisce nella Grande Mela, la sua vita diventa come l'ha sempre desiderata: frenetica e caotica e conquista persino il cuore di Tripp du Pont, lo scapolo più conteso della città...


"l'unico modo in cui otterrai successo, invece, è se rimarrai fedele a te stessa"


Recensione:                                                                                            
Sognando Park Avenue è un romanzo che non avrei assolutamente mai comprato, considerando la trama e lo stile semplice, assecondando i miei standard. Si tratta di una novità, infatti, che mi ha incuriosito per un semplice motivo: è il libro, molte volte, a sceglierti. Iniziamo dal titolo: il verbo sognare ha illuminato una lucina nel mio radar emotivo, ha subito creato una sorta di feeling tra me e questo romanzo, se poi aggiungiamo un luogo lontano, in questo caso Park Avenue, America, allora il titolo ha fatto centro. La trama, invece, ha provocato proprio il colpo di fulmine: una carriera lavorativa a New York e una storia complicata con un uomo che ama divertirsi... sì, mi ha conquistata. E se proprio vogliamo aggiungere l'ottimo prezzo dell'edizione economica, posso dire di essermene innamorata al primo sguardo. 
Adesso parliamo del libro in sè: apriamolo! Mints è una ragazzina cresciuta in una famiglia del sud - altro aspetto in cui mi rifletto, proprio ora che mi sono trasferita in centro per lavoro - che decide di partire a New York per seguire il suo sogno nella carriera della moda. Riceve l'aiuto della madre che insiste a farle mantenere uno stile di vita lussuoso. Lei è una donna che si intromette spesso nella vita della figlia e che condiziona le sue scelte. 
Mints incontra il suo primo grande amore, frutto di una relazione conclusa tragicamente all'età di quindici anni con la  fidanzata che si rivela all'improvviso: quel momento in cui scopri di essere l'amante e vorresti prendere a calci nel sedere quel ragazzo a cui volevi tanto bene! Un classico! Fatica a fidarsi di lui. E fa bene! E qui mi fermo: ho già detto troppo!
A parte la relazione tra Mints e il suo primo grande amore resuscitato a New York, ciò che più mi ha colpito di questo libro è la personalità di Mints, la sua forza. Alle prese con una direttrice capricciosa, sfruttatrice e senza cuore, lei ha sempre tenuto duro senza perdere se stessa.  E infatti è questo, in particolar modo, che ho amato di lei. Non mi esprimo a livello personale, ma mi ci sono ritrovata. Avevo bisogno di vivere questa situazione psicologica e vederla attraverso un punto di vista diverso, più forte e determinato. Per non parlare dei titoli dei capitoli, illuminanti, che ho annotato nell'agenda come "regole di vita":

-SCEGLI LE TUE BATTAGLIE E COMBATTILE;
-MOSTRATI SEMPRE CORAGGIOSA;
-MANTIENI LA CALMA ANCHE NEI MOMENTI DI DIFFICOLTÀ;
-NON FARE MAI CAPIRE CHE SEI IN DIFFICOLTÀ;

Senza alcun dubbio, un romanzo carico di messaggi positivi e motivanti che suggerisco ai followers e visitatori. Il finale mi ha lasciato un po' turbata: avrei voluto sapere cosa sarebbe successo in seguito. Facendo qualche ricerca ho scoperto che ancora non esiste un sequel, tuttavia si tratta di un romanzo pubblicato nel 2013, perciò forse è ancora troppo presto per scoprire di più. Dunque, attendo novità. Se qualcuno ha notizie al riguardo, non esiti a commentare qua sotto. 

Buonanotte, followers!

martedì 5 agosto 2014

La catena dei lettori - Parte II - "Il nono cielo" di Elisa Vangelisti

Carissimi followers, questa sera voglio presentarvi una stupenda iniziativa a cura della scrittrice Elisa Vangelisti. Si tratta della "catena di lettura", una gentilissima concessione che l'autrice offre a chi non può permettersi l'acquisto del suo romanzo ma vuole seguirla. Vi avevo già parlato di Elisa e del primo capitolo della saga ( Il ragno e l'iguana ). Questa volta ho il piacere di recensire Il nono cielo, secondo anello della fantastica catena dei lettori. 


TITOLO: IL NONO CIELO (PREQUEL DE "IL RAGNO E L'IGUANA")
AUTRICE: ELISA VANGELISTI
GENERE: PARANORMAL-ROMANCE
PUBBLICO: ADULTO
VOTO: 3/5









RECENSIONE:
Il Nono cielo è un romanzo che mi ha intrigato dai primi capitoli per la sua scorrevolezza e la narrazione ipnotica dell'incontro tra Maya e Gabriel. Quest'ultima è una donna che lavora come groupier in un casinò, un personaggio interessante che ha sofferto per la perdita di suo figlio. Un dramma spiacevole che ferisce il cuore di una donna, lascia un senso di vuoto che nulla può riempire. Ed è proprio questo, il suo dolore, il suo rapporto con la morte, che la avvicina a Gabriel, tra le sue braccia tenebrose e a contatto col suo bacio immortale. La descrizione del loro incontro è curata nel dettaglio, molto profonda, intensa sarebbe l'aggettivo più adatto per descriverlo. Sarà che avevo bisogno di leggere un paranormal-romance profondo, sarà che avevo voglia di sognare un po', ma l'inizio del libro mi ha letteralmente coinvolta. 
Il lessico è semplice, lo stile è superiore rispetto al primo libro che ho letto dell'autrice. 
Come nel sequel "Il ragno e l'iguana", ho notato numerose somiglianze tra Gabriel e Edward Cullen - dato di fatto che la scrittrice ammette sempre - talvolta un po' pesanti, a differenza della personalità di Alex che è tutta sua, senza influenze esterne, così mi è parso. E infatti Alex mi è piaciuto tanto! 
Interessante è stata l'aggiunta "erotica" alla saga, in questo caso devo congratularmi con l'autrice per aver reso comuni delle situazioni "stravaganti" - come altro potrei descriverle senza fare spoiler? -e non essere mai cascata nella volgarità che invece ho trovato in diversi paranormal-romance che dal punto di vista lessicale e stilistico mi sono sembrati volgari. Scrivere scene erotiche è una sfida per qualunque scrittrice: ci sono le autrici che si rifiutano categoricamente di avvicinarsi anche solo a una sfumatura hot, che fanno sfumare le scene d'amore in una nuvoletta di analogie e romanticismo, e poi ci sono quelle che vogliono lanciarsi in questa sfida. E lei, Elisa, ci è riuscita. Ho notato, qualche volta, che si è fermata forse troppo presto, che ha tagliato magari qualcosa che aveva scritto, e allora avrei voluto sapere di più. Ma magari questa è solo una mia opinione. In ogni caso invito la scrittrice a commentare per dire la sua opinione, in modo che anche voi followers possiate sapere di più. 
Tornando alla recensione, mi è dispiaciuto tanto trovarmi esclusa da alcuni momenti di intimità - mi riferisco a quella spirituale, non pensate male! - tra Maya e Gabriel, e anche tra lei e Alex. Spiegandomi meglio, mi riferisco ad alcuni giochi tra loro, battute, frecciatine, discorsi che non sono stati approfonditi, o spiegati accuratamente bene, che mi hanno rallentato durante la lettura perchè mi sono chiesta diverse volte di cosa parlassero. Mi sono sentita esclusa. 
Molto interessanti sono state le reazioni di Maya durante l'incontro con Alex, stesso discorso per la preoccupazione di Gabriel, ma ho trovato eccessivo descrivere tre volte lo stesso evento, seppur centrale. Questa parte del romanzo, devo ammetterlo, mi ha rallentata. 
La scelta di Maya non poteva essere più ovvia e giusta, però avrei trovato più realistico una "linea temporale più duratura". Tutto è successo troppo in fretta. Mi spiego meglio: dal mio punto di vista di lettrice, ho avuto la sensazione che passassero più giorni, forse settimane - un mese, perchè no? -  ma durante la narrazione l'autrice ha ripreso, qualche volta, il possesso del tempo e ha indicato quei pochissimi giorni. E quando venivo a sapere quanto tempo era passato, mi sentivo confusa. Il viaggio di Alex e Maya - dopo ciò che non posso scrivere per evitare spoiler - e l'incontro con Gabriel che è avvenuto esattamente il giorno dopo, per esempio, quando Maya e Alex si svagano insieme in piscina eccetera eccetera, sembrano passati almeno tre giorni. Forse è stata un po' di distrazione, forse non ho compreso bene, perciò, anche a questo proposito, invito l'autrice a commentare. 
Naturalmente, consiglio il romanzo agli amanti del paranormal-romance più indirizzato alla relazione tra creatura sovrannaturale e umana, un po' meno a chi preferisce un po' d'azione. 
Concludo complimentandomi con l'autrice per aver creato Alex perchè, cara Elisa, lui è un bel vampiro sexy e maturo che "ci piace". 

Buonanotte followers
Besos!

domenica 22 giugno 2014

Il soffio di vita - Episodi in diretta della storia di Alis e Matis - Esperimento letterario a cura di Roberta Mura




Il soffio di vita
Episodi della storia di Alis e Matis in diretta

Alis pensava di essere un guscio vuoto, priva di sentimenti, ma piena di desideri e ambizioni. Era fredda. Il suo cuore era letteralmente ghiacciato, distante da tutto ciò che correva il rischio di scaldarlo. Vedeva la luce ma non ne sentiva il calore sulla pelle, percepiva i profumi ma non era in grado di respirarli. 
C'era un muro che la separava dalla vita, riparandola dalla luce che si celava dall'altra parte. 
Quando Matis tornò da lei, la sua vita cambiò per sempre. Lei accettò di incontrarlo, consapevole del modo in cui sarebbe terminata la serata, così portò davanti agli occhi ancora quel velo scuro. Un velo che non aveva consistenza, astratto, ma così spesso da coprirle la vista, impedendole di vedere cosa si nascondesse dietro gli occhi di Matis. 
Lui rimosse quella seta, buttò giù quel muro con tutta la sua forza, il desiderio e la spogliò della paura di vivere. Le prese il volto tra le mani, poi con le sue labbra le soffiò così tanta vita, amore, che quel cuore coperto di ghiaccio iniziò a reagire, sciogliendosi. Riportandola in vita. E da quel momento tornò a battere. Lei aveva lottato tanto contro quel soffio di vita, perchè sapeva che molto presto Matis se ne sarebbe andato. E così fu. 




Alis e Matis sono separati dal mare, ma, vivendo sotto lo stesso cielo, essi si sentono spesso più vicini.
Lei sente ancora nel cuore l'effetto che le labbra di Matis le avevano scatenato. Sembra ancora che si stia sciogliendo, eliminando ancora e ancora strati di ghiaccio che rivestono il suo centro. Le sembra di vedere il mondo con due occhi diversi: c'è quasi troppa luce e non riesce a smettere di pensarlo, come se Matis avesse deciso di stabilirsi tra i suoi pensieri per non farle sentire più freddo.  Lui è sempre lì, la prende tra le braccia e la porta lontano. 
Adesso Alis respira serena, perchè ricorda ancora le sue parole, la sua rassicurazione quando si sono salutati. Quel momento in cui avrebbe voluto dirle che le sarebbe mancato da impazzire, ma la paura le ha impedito un simile azzardo. 
Alis è convinta di essere in grado di raggiungerlo, pronta a combattere per vederlo ancora, sebbene le loro strade siano costruite su basi completamente differenti. Non ci sarà mai nulla di certo, per loro, anche se il cuore di Alis le dice di lasciare tutto e correre da lui. Cuore e mente, due eterni rivali. In fondo, sa che non c'è nulla di certo tra loro, c'è solo quel desiderio infinito che si accorda col pensiero e le suggerisce di vivere giorno per giorno, combattere per ciò che vuole, che sia vicino o distante da lui. Alis ci crede.

Roberta Mura

Ai lettori: 
Il seguente episodio fa parte di un esperimento letterario di scrittura libera, senza indicazioni, prendendo spunto dalla vita privata al fine di catturare al meglio le emozioni provate. Questo potrebbe significare che Alis e Matis siano reali, che ci sia io, un'amica, una conoscente, un personaggio di un libro che mi ha ispirato, come può voler dire che ho scritto quello che semplicemente avevo in mente. Su questo, per il momento, preferisco lasciare tutto in dubbio. 
Proprio perchè si tratta di una scrittura in clima di accesa ispirazione, emotività, quindi una rapida pubblicazione, lo stile potrebbe non essere così perfetto poichè non ho tutto il tempo che impiego per i romanzi, per curarlo. E non posso neanche ritoccare il testo in maniera eccessiva perchè stravolgerei l'evento che desidero narrare, come stavo per fare poco fa.
Detto ciò, vi auguro una buona notte; io oramai l'ho trascorsa insonne per il bisogno di scrivere. Besos!

Formiche di Piombo di Enzo D'Andrea


Le Formiche di Piombo è un romanzo di un giovane autore esordiente che ha raggiunto un bel traguardo, ovvero una pubblicazione Free, ambita da chi aspira all'esordio. Enzo D'Andrea è un'autore che ha raggiunto questa prima vetta con umiltà e coltivando con costanza la sua passione. Precedentemente al seguente romanzo, l'autore ha avuto diverse esperienze editoriali. Dopo questa premessa, vi presento il suo romanzo:


Autore: Enzo D'Andrea
Titolo: Le formiche di piombo
 Editore: 0111 Edizioni
Voto: 4/5
Sito internet


Trama:
Dicembre 1975. Torino, la città della Fiat e del sogno industriale. Una delle città della rivolta operaia, degli scontri in piazza. Michele, giovane ingegnere, si trova suo malgrado catapultato in una vicenda di intrighi, pedinamenti e sparatorie. Diego, un terrorista, metterà a repentaglio la sua sicurezza per aiutarlo, in nome della loro amicizia. Michele dovrà fare dolorose rinunce, fuggire via per poi tornare solo dopo tanto tempo. Troverà una città cambiata, dove si è spenta l'eco dei molti fatti accaduti e dove la vita gli riserverà ancora un'ultima sorpresa. Alla fine non resterà un vero vincitore, solo una grande storia di amicizia che travalica ogni confine. Nessuno è perfetto, gli uomini sono come formiche in fila: le più numerose seguono la direzione comune senza deviare e senza chiedersi cosa è giusto e cosa no; le meno numerose, al contrario, deviano perché hanno bisogno di cercare, capire, combattere. "Le formiche di piombo", appunto.



L'autore
Enzo D’Andrea è nato a Potenza nel 1972. Vive ad Avigliano (PZ). È un geologo che interpone alle attività lavorative la grande passione per la scrittura. Come tale, definendosi senza falsa modestia “Il più grande scrittore al di qua del pianerottolo di casa”, ha scritto molti racconti e un romanzo, “Le Formiche di Piombo”, che ha colpito molta gente per stile e passione. Spera di veder pubblicati al più presto anche altri romanzi. Non ha un genere e uno stile fisso e definito, perché ama svisceratamente molti generi letterari e allo stesso tempo cerca di carpire i segreti dei più grandi scrittori. Nel frattempo, si permette il lusso di leggere e leggere. Di tutto, dai fumetti (che possiede a migliaia) ai libri (che possiede quasi a migliaia). Difficile trovare qualcosa che non l’abbia colpito nelle cose che legge, così è piacevole discuterne con lui, perché sarà sempre in grado di fornire una sua opinione e, se sarete fortunati, potrebbe anche essere d’accordo con voi. Ama tanto la musica, essendo stato chitarrista e cantante in gruppi rock e attualmente ripiegato in prevalenza sull’ascolto (dei tanti cd che possiede, manco a dirlo, a migliaia).
Fonte biografia: IlariaGoffredoRomanzi

Recensione:
Ambientato ad Asti e a Torino, in un interessante panorama di una città in fermento durante la fine del Novecento, il romanzo può sembrare un documentario storico, ma è l'autore stesso a negare, con umiltà, questo titolo al suo libro. 
Tra le pagine scritte con cura da Enzo D'Andrea, in una descrizione capace di mostrare il grigiore di una città industriale, ho avuto l'occasione di partecipare "da lettrice" a diversi eventi politici realmente avvenuti, agli scontri dovuti alle proteste del potere dei "grandi della società", alle lotte per le riforme. 
Il romanzo è senz'altro dotato di un incipit curioso, che porta il lettore a scorrere più velocemente le pagine per scoprire quale sia l'evento che condizionerà per sempre la vita di Michele. 

Lo stile dell'autore è semplice e si evolve verso il finale, ci sono degli attimi in cui il lessico diventa tecnico, a volte forse un po' complesso, perciò lo stile diventa meno scorrevole. Tuttavia, la superiorità del lessico presente in diversi momenti, soprattutto durante le descrizioni di eventi storici rilevanti, non è assolutamente un difetto poichè è adeguato al contesto storico-sociale. 

Interessante il panorama degli anni 60, in cui l'autore mostra al lettore un'epoca passata in cui la società, il pensiero e le aspirazioni dei giovani erano tendenzialmente orientati verso discussioni politiche che toccavano le riforme, il razzismo, l'anticlericalismo e il diritto allo studio. 

Michele, il protagonista di questo romanzo, riceve un incarico pericoloso da parte di un professore universitario con cui collabora presso l'università in cui ha studiato. Soggiogato da questo personaggio che ha un'importanza politica dominante, che può cambiare la sua vita schioccando semplicemente le dita, in bene o in male, Michele si trova costretto ad accettare, pur non essendo al corrente della gravosità dell'incarico. Si trova quindi coinvolto in una faccenda che inizia a sfuggirgli di mano, ma il protagonista, essendo stato in passato un giovane che protestava per i propri diritti, incontra un suo vecchio amico che gli spiega tutto. 

Il romanzo mi è piaciuto, non c'è che dire, l'unica pecca è stata la struttura del finale, ma si tratta di un gusto personale: era inaspettato, questo mi ha colpito, ma avrei preferito qualche descrizione "in moto" piuttosto che una lettera. 







martedì 4 marzo 2014

Jane Austen - Ragione e sentimento

Eccomi nuovamente a recensire un romanzo di Jane Austen. Lo ammetto: ho un debole per le sue opere. Tuttavia, Ragione e sentimento non mi ha entusiasmato quanto Orgoglio e Pregiudizio o Lady Susan. Curiosando nel web ho avuto modo di notare che non è una delle sue migliori opere.
Come sempre, recensire un classico non è un'impresa semplice, perciò mi sono limitata a farvi presente ciò che ho colto e apprezzato. 





TITOLO: RAGIONE E SENTIMENTO
AUTORE: JANE AUSTEN
GENERE: ROMANZO (edizione superclassici)
VOTO: 5*****






Ragione e sentimento. Breve presentazione del romanzo:

Scritto nel 1795 con il titolo di "Elinor and Marianne", "Ragione e sentimento" viene pubblicato nel 1811. Come gli altri maggiori romanzi della Austen, descrive le vicende di un'anima ingenuamente romantica che, attraverso l'esperienza, giunge a comprendere infine la realtà dell'esistenza. Protagoniste sono le giovani sorelle Dashwood, Elinor e Marianne, che, alla morte del padre, sono costrette a fare i conti con le ristrettezze economiche nella loro nuova e modesta casa nel Devonshire. Qui conosceranno le pene e le gioie dell'amore e, imparando a conciliare la ragione con il sentimento, diventeranno donne. Attorno a questo processo di maturazione la Austen tesse una trama piena di grazia e ironia, in cui con la sua elegantissima prosa riesce ad analizzare e descrivere con straordinaria sottigliezza il contrasto e il dissidio tra istanze psicologiche e morali. Questa edizione è arricchita da un testo di Virginia Woolf - "La sua grandezza d'artista" - comparso nel 1913 sulla rivista "Times literary Supplement".


Recensione/commento: 

Il romanzo è sempre ambientato nell'Inghilterra dell'epoca in cui ha vissuto la Austen, con i soliti costumi e personalità. Sono presenti le grandi abitazioni in cui si tengono balli, pranzi con numerosi invitati, dove è comune trascorrere il tempo a giocare a carte mentre le donne dialogano davanti a un tè caldo. Piacevole.
L'inizio è un po' statico, privo di eventi che comunque hanno suscitato il mio interesse. Essendo la terza opera dell'autrice che ho letto, durante la lettura ero consapevole che ad un certo punto gli eventi si sarebbero collegati e si sarebbe mostrato l'intreccio. 
Eloinor è una ragazza molto forte, tende a non mostrare agli altri le proprie emozioni e preferisce assistere e aiutare le altre persone. La sua situazione con Edward non era meno infelice di quella che Marianne ha avuto con Wiloughby, ma nella sua generosità ha preferito curare gli interessi della donna di cui Edward era innamorato, e pensare al benessere psicologico della sua cara sorella. 
Marianne rappresenta un personaggio classico della letteratura romantica, nella stessa introduzione del romanzo si è menzionato il giovane Werther. Marianne non trova mai la felicità, il suo dispiacere per il rifiuto di Wilougby la conduce a una depressione che indebolisce il suo fisico e incupisce il suo aspetto. L'arrivo del colonnello ristabilisce la salute e il benessere psicologico di Marianne. Il tempo e la sua compagnia iniziano a curare le sue ferite. E questo ritengo che sia uno dei primi insegnamenti della visuale di vita di Jane Austen. 
La comparsa di Wiloughby mi ha infastidita, ma se avessi saputo che era ciò di cui Marianne aveva bisogno, avrei apprezzato la sua comparsa senza considerarlo un gesto unicamente egoistico. Questa è una caratteristica che descrive il personaggio, in quanto ha pensato al proprio interesse dagli albori ingannando Marianne. D'altro canto, sul finale penso che abbia avuto la giusta punizione per il suo egoismo. Un altro insegnamento che si può apprendere.
Eloinor è un personaggio che rappresenta l'esatto contrario della figura di Marianne: lei è forte, riesce a vedere il lume della ragione anche attraverso la sofferenza. Insegna, in questo modo, che non bisogna lasciarsi andare alle delusioni, che ci sarà pur sempre un motivo per credere nel proprio sogno. 
Il romanzo è sempre ambientato nell'Inghilterra dell'epoca in cui ha vissuto la Austen, con i soliti costumi e personalità. Sono presenti le grandi abitazioni in cui si tengono balli, pranzi con numerosi invitati, dove è comune trascorrere il tempo a giocare a carte mentre le donne dialogano davanti a un tè caldo. Piacevole.
Il finale mi ha lasciato un po' perplessa. Non mi aspettavo assolutamente di ritrovare Edward in quelle ultime pagine. Pensavo fosse già "un capitolo chiuso". E invece…





martedì 11 febbraio 2014

Il diario di una "giovane ragazza che scrive" - Forte temperamento per sopravvivere all'esordio

Sono dell'idea che per un esordiente sia più dura affacciarsi al mondo del pubblico, con la sua opera - qualunque essa sia - che affrontare anni di lavoro sulla propria creazione. Diciamocela, non è semplice per niente sfornare un manoscritto. Il mondo intero crede che un libro esca fuori così, sia pubblicato, e se finisci in televisione, nelle riveste, al cinema, sei un divo. E magari non sanno nulla di te, del tuo lavoro, del tuo impegno. È più probabile che abbia successo un qualsiasi scribacchino che impieghi due mesi a scrivere a vanvera, che una persona che abbia quasi ceduto l'anima al proprio lavoro. E si tratta proprio di questo ultimo caso, quello che viene ignorato dalla società, criticato per eliminarlo dal campo, di cui voglio parlarvi.
Premetto che ciò che sto per dire non vuole intendere che tra noi ci siano futuri Manzoni, Austen, Foscolo, Leopardi e via dicendo, perciò non immaginatevi della presunzione in questa riflessione. Quanti autori del passato sono passati inosservati, magari suicidi, e poi improvvisamente riconosciuti alla morte, o secoli dopo? Svariati! Siamo in Italia, è un dato di fatto. 
Troppe persone affermano che uno scrittore, un cantante, un attore deceduto fosse un grande artista. Peccato che se ne accorgono solo dopo la morte, o il criterio di valutazione parte da un tipico atteggiamento umano: bisogna parlare di qualcuno, e più questa notizia è grande, più il personaggio è interessante, e più la conversazione, il passaparola scorrono. In aggiunta, ovviamente, se questa persona è morta si parte col pregiudizio macchiato di un finto perbenismo.
Ma nel 2014 bisogna aspettare che le persone muoiano per accorgersi della loro presenza! Quanti fastidiosi articoli di giornale immagino, un giorno, nei confronti di tanti artisti che hanno vagato tutta la vita intorno all'esordio. Quegli artisti che non si sono mai definiti tali per non peccare di presunzione, perché si sentivano attaccati, che quando qualcuno li chiamava "scrittori, cantanti", loro li correggevano con lo sguardo basso e dicevano: "autore", "esordiente", "scribacchino", "autore di canzoni"…
Questo è il destino, ma passiamo alla selva oscura. L'autore pubblica il proprio romanzo (editore free, amazon self…) e regala la propria opera ai blogger, amici, parenti, conoscenti, svalutando i suoi anni di lavoro dietro a un computer, rinunciando alla propria vita sociale, intento a sgranocchiare caramelle, scrivere, studiare grammatica e fare esercizi da centinaia di manuali. Eliminiamo la sfera degli amici, parenti e conoscenti: molti l'avranno appena cominciato a leggere, alcuni non hanno avuto voglia di iniziarlo ma non te lo diranno mai, e poi ci sono i libro-fobici. Comunque, di questa categoria, se l'autore è molto pesante e fastidioso ti scriveranno forse dieci recensioni. La metà falsa o intrisa di vanto per la conoscenza, quindi inutile. E adesso gli restano i blogger, ci sono quelli attenti, quelli che valutano tutto e cercano di estrapolare il meglio del libro, e poi ci sono quelli che se ne infischiano del suo lavoro. Quelli che sono talmente frustrati dalla vita che scrivono un saggio breve sul proprio blog, con un particolare linguaggio formale/aulico e termini che loro stessi si inventano per sembrare colti. Oh! Ce ne sono parecchi. Ci sono quelli che odiano la vita e leggono un libro solo per smentirlo. In genere attendono il bestseller o quello che spopola sul web.
E ora, che gli resta a questo povero sventurato? Ci sono i recensori con conflitto di interesse. Sì. La categoria peggiore, oltre a chi non dovrebbe avere neanche il titolo per mettere un voto. Questi stanno partecipando al suo stesso concorso, oppure vendono sulla sua stessa piattaforma virtuale. Scaricano i libri, se sono gratis, o trovano il modo di certificare l'acquisto, e poi giù a tutto spiano con una stellina nel libro degli altri autori e commenti incomprensibili! E lui si assicura una buona media di stelle perché fa decadere gli altri autori dalla classifica. 
Il recensore senza titolo è quello che ritengo superficiale. Diciamocelo chiaro: chi legge superficialmente, magari facendosi anche le unghie, è utile quanto una persona che legge un libro all'anno. È lì, sul divano, che legge i primi paragrafi e alterna una passata di smalto su un'unghia con un paragrafo. Poi si perde e sbaglia pagina, legge da quella successiva. Nel frattempo, magari, sta seguendo The Big Bang Theory e non si ricorda più se il protagonista è un intelligente sfigato o un palestrato latin lover.
Dunque, dopo che si affacciano al mondo "pubblico", quello del futuro, del web, il più promettente ma il più agguerrito, molti esordienti cedono, ormai spaventati dalla prima bestia trovata sulla collina della Selva. Allora, perché non prendere la strada più lunga, piuttosto che quella breve, davanti alle serpi che ostacolano questi autori di buone speranze? Perché molti autori si fermano lì, si rassegnano, e in casi estremi (come il tranello da editore a pagamento)  si rendono conto dell'enorme cazzata - scusate il termine - e non sanno più come procedere. Ne va dell'autostima. 
E adesso voglio dire una cosa a tutti gli esordienti : Se hai sbagliato strada hai il tempo di riparare e migliorare. In tutto questo tempo capirai se questa è la tua vera strada e altro non potrai fare che migliorare.
Se hai il grande coraggio di affacciarti a questo mondo, pur non appoggiato da un editore, tira un bel respiro e procedi lungo la strada lunga. Quella difficile. Tutte le volte che una serpe sarà pronta a morderti, tu ricorda che il miglior antidoto è l'indifferenza. Il veleno non è altro che il desiderio di abbattere un concorrente, in questo campo. Facciamo tutti parte di una grande arena. C'è chi preferisce allearsi e raggiungere la vetta con la gioia dei propri simili a fianco; e c'è chi ambisce al podio con la corona. Ma questa non è una lotta agli Hunger Games, non c'è un solo vincitore, non c'è bisogno di uccidersi, di eliminare i propri concorrenti (colleghi). Qui l'unico modo per vincere è giocare lealmente e allearsi, ignorare le vipere e farle affogare nel proprio veleno dal traguardo. Le serpi sono destinate a strisciare, non hanno le ali per volare.

venerdì 31 gennaio 2014

Federica Forlini "Rosso Placebo"


TITOLO: ROSSO PLACEBO

AUTORE: FEDERICA FORLINI
GENERE: URBAN-FANTASY 
(PARANORMAL-ROMANCE)
PREZZO: 0,99 cent
FORMATO: EPUB
LINK D'ACQUISTO: 
http://www.ibs.it/ebook/Forlini-Federica/Rosso-placebo/9788868856281.html
VOTO: 3/5 ***
SITO INTERNET: www.lastanzarossa23.blogspot.it


Trama: 
Tordemma non è una città come le altre; nuove forze oscure minacciano i precari equilibri tra esseri umani e demoni, portando entrambi verso un inevitabile baratro. In un mondo tetro, freddo, che non ha molto da offrire salvo una tiepida speranza, Violet, da sempre alla ricerca dell'amore incontrerà Alan: un maledetto; un vampiro. Guidata da un sentimento annientante, travolgente, dilaniante, la ragazza gli darà il suo sangue per salvarlo. Per strapparlo alla morte certa che minaccia costantemente ogni singola creatura, in attesa che si compia la profezia. Che ruolo avrà La Madre negli inquietanti avvenimenti accaduti a Tordemma? Chi scamperà alla furia del giustiziere e del suo flagello? E soprattutto: quale sarà il significato del ciondolo a farfalla, così vicino a Violet da illuminarsi ogni volta che si lascia succhiare dal vampiro?

Recensione:
Violet è una ragazza quindicenne che ha un rapporto difficile con la famiglia: in particolare, sua madre è ossessionata dal controllo sulla sua vita e da una severa disciplina. 
Durante una festa, a cui Violet riesce a partecipare grazie a un sotterfugio, incontra Alan. Lui è un vampiro senz'anima, come vuole la leggenda, che trova in V. un modo per nutrirsi senza uccidere altre persone. L'assorbimento delle energie di Violet, fa sì che l'anima di quest'ultima condizioni lo "spirito" assente di Alan, rendendolo umano nei momenti di sazietà. 
Il romanzo è ambientato a Tordemma, una località soggetta alle conseguenze di una profezia che condiziona la vita di Violet, Alan, e pone fine all'esistenza di diverse persone e vampiri. 
La storia è abbastanza interessante e coinvolgente, trascina il lettore sino alla fine, alla ricerca della conclusione. Lo stile è molto personale e in alcune fasi molto ricco. I personaggi sono ben studiati. Non è per niente semplice descrivere sensazioni e pensieri che il corpo umano non può comprendere, come quelli di un vampiro. 
Il finale mi ha intristito, tramutando l'immagine di un forte sentimento in ciò che si rivelerà all'ultimo momento. Non posso spoilerare quel preciso istante, ma posso assicurare che non lascia il lettore indifferente. 
Il sentimento intenso è ciò che lega la coppia; pur sapendo che senza un'anima non può esserci amore, e che la volontà di Violet a donarsi ad Alan è un modo per tenerlo in vita, si sviluppa un legame indissolubile che altro non è che "amore".








lunedì 27 gennaio 2014

Jane Austen - Orgoglio e Pregiudizio

Autrice: Jane Austen
Titolo: Orgoglio e Pregiudizio 
Voto: 5 *****


La scrittrice
Jane Austen (Steventon, 16 dicembre 1775 – Winchester, 18 luglio 1817) è stata una scrittrice britannica, figura di spicco della narrativa preromantica nonché tra le autrici del panorama letterario inglese più famose e conosciute al mondo.
Tra il 1795 e il 1799 la Austen iniziò la stesura di quelli che diventeranno i suoi lavori più celebri: Prime impressioni, prima bozza di Orgoglio e pregiudizio ed Elinor e Marianne che divenne Ragione e sentimento. Nel 1795 lavorò anche a un racconto epistolare, Lady Susan, e scrisse, appunto, il suo primo romanzo Elinor e Marianne. Nel 1796 iniziò a lavorare al suo secondo romanzo Prime impressioni, terminato nell'agosto del 1797 all'età di soli 21 anni.

Colpito dalle doti letterarie della figlia, George Austen, nello stesso anno, contattò un editore proponendo la pubblicazione di Prime impressioni ma senza ottenere alcun esito positivo.[7] Tra il 1797 e il 1798 la Austen rielaborò Elinor e Marianne eliminandone lo stile epistolare e avvicinandolo molto alla stesura finale di Ragione e sentimento. Terminata la revisione iniziò la stesura di un nuovo romanzo che la impegnerà per circa un anno, inizialmente intitolato Susan, poi diventato L'abbazia di Northanger, satira del romanzo gotico molto in voga ai tempi della Austen. Venduto nel 1803 per 10 sterline da Henry Austen a un editore, Benjamin Crosby, non fu pubblicato finché gli Austen non ne riacquistarono i diritti nel 1816.
Diverse opere dell'autrice, saranno poi riprodotte in televisione al cinema, interpretate da grandi attori.

Recensione
Orgoglio e pregiudizio è uno dei diversi libri di J.Austen che ho avuto il piacere di leggere. Con sincerità affermo di aver scoperto una grande scrittrice che mi ha appassionato molto. 

Devo ammettere che inizialmente la lettura del romanzo è stata lenta, un po' difficile e poco scorrevole, ma fondamentale è stato il suo scavare a fondo nelle personalità, nella vita dei personaggi, per lasciare un insegnamento doveroso e "vero" al lettore, senza tralasciare poi il sipario incantevole che si apre sul finale.
Solitamente non ho una grande simpatia per i romanzi che si dilungano troppo tra i dialoghi, e quindi anche una struttura narrativa basata su questa tecnica, ma è stato proprio questo ciò che presenta il susseguirsi degli eventi, la trasformazione dei modi di pensare, il passaggio dal "pregiudizio" a un'apertura mentale.
La relazione tra J. e Bingley l'ho travata molto dolce, tutt'altra cosa rispetto ai rapporti tra Elisabeth e Mr Darcy.
La caratteristica dell'opera che mi ha suscitato più interesse è stato proprio l'insegnamento tra le righe, a questo proposito mi capita spesso di riflettere con più riguardo in materia di "pregiudizio".
Per quanto riguarda l'orgoglio, invece, sono rimasta colpita dall'effetto che l'amore ha avuto su esso, infrangendo le nobili barriere anche dell'uomo più orgoglioso al mondo.
Consiglio questa lettura a tutti i followers e non, ai lettori in cerca di un libro "vero", carico di sentimento e preziosi insegnamenti, a chi vuole sentirsi stravolto dalle parole di una grande autrice del passato.